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Massimo Capulli

Le navi della Serenissima. La "galea" di Lazise

 

Con questo volume la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha inteso fare il punto sulla situazione e sulle ricerche finora eseguite su questo importante relitto che il lago di Garda ha conservato per quasi cinquecento anni.

Il relitto della cosiddetta galea di Lazise è stato scoperto all'inizio degli anni sessanta: nasce allora il mito di un relitto subito famoso in tutto il mondo.

Per gli studiosi di archeologia navale fu, questo, un evento straordinario, si trattava infatti del primo relitto di nave lunga medievale mai scoperto, un vero e proprio "unicum", che tale resterà per quasi quarant'anni, fino cioè al rinvenimento nella laguna di Venezia della galea di San Marco in Boccalama.

Queste ricerche hanno consentito di liberare dal fango la porzione di nave conservatasi, di ricavare alcuni dati sulla natura del relitto, nonché sulla sua tipologia costruttiva, e di riconoscervi una delle navi autoaffondate nel 1509 dai veneziani in ritirata durante la guerra di Cambrai.

Il presente volume nasce quale coronamento di un articolato percorso di studi, durato più di settant'anni, se consideriamo anche le prime ricerche del Cavazzocca, che ha consentito di portare un po' di luce ad un negletto avvenimento bellico, e di conoscere nel dettaglio la complessa architettura navale di una nave lunga di epoca rinascimentale.

Di questo importante reperto archeologico sommerso sono stati presi in considerazione due aspetti particolari, ossia la storia del relitto da una parte e, mediante le indagini subacquee, la tecnica di costruzione navale dall'altra.

La sintesi delle vicende storiche è stata basata sulla bibliografia esistente; per la scoperta e le campagne di ricerca, invece, l'autore si è avvalso soprattutto di documentazione inedita.

Le osservazioni sulla tecnica di costruzione della galea, limitatamente alla porzione conservatasi, sono infatti il frutto di analisi dirette del relitto e di attenta lettura delle informazioni ricavate dalle ultime campagne di acquisizione dati.

Rivolgendosi ad un pubblico anche di non addetti ai lavori l'autore ha stato scelto, laddove possibile, di evitare l'abuso di terminologia tecnica, tuttavia l'archeologia e la cultura marinara posseggono vocaboli che non possono essere tradotti se non con ima lunga perifrasi.

Per questo motivo è stato inserito nel volume un sintetico glossario finale, per aiutare il lettore ad orientarsi nel testo con maggior facilità.


aggiornato al 11 ottobre 2004

 

Per le pubblicazioni da divulgare inviare volumi a: Rosso Antonio, via Pia, n.1A - 31021 MOGLIANO VENETO - TV

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