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NEWS 99-11

I fatti e gli avvenimenti inseriti a Novembre 1999

Per segnalazioni e commenti: venezia @ archeosub.it, per informazioni info@archeosub.it

 

GRADO - Relitto "Julia Felix"- recuperato lo scafo

Sabato 25 settembre sono stati portati in superficie gli ultimi resti lignei della nave da carico di età romana affondata al largo di Grado.

Il carico era già stato rilevato e recuperato nelle precedenti campagne.

Si è così conclusa la lunga campagna di recupero iniziata 13 anni fa.

Il busto di Minerva in bronzo che costituiva il contrappeso di una stadera rinvenuta nel relitto durante lo scavo del 1987

Particolare del relitto dopo la campagna di scavo del 1990 - prima che venisse asportato completamente il carico

Lo scafo situato a circa 15 metri di profondità era stato costruito secondo il metodo "a mortasa e tenone". La speranza degli archeologi e del prof. Mario Colocci dell'università la Sapienza di Roma, era di riportarlo in superficie tutto assieme, ma la presenza di microfratture nel legno e una chiglia in condizioni tali da non reggere l'imbragatura integrale, "era proprio sfatta", hanno consigliato di suddividere il relitto in vari pezzi e di recuperarlo separatamente.

 

Così è stato fatto ed i resti lignei sono stati trasportati in casse, un centinaio, a Grado e deposti in una vasca da dieci metri per quattro, nell'erigendo museo nazionale dell'archeologia subacquea in attesa del trattamento di consolidamento e di restauro.

Nel museo troveranno posto anche i reperti recuperati: vari tipi di anfore, ceramiche da mensa, dadi, lucerne, il peso di una stadera che è diventato il simbolo del relitto, una statuetta di Nettuno, in bronzo alta 21 cm e i resti di una botte piena di frammenti di vetro da fondere per un suo riutilizzo.

Le operazioni sono state coordinate dal Soprintendente Franco Bocchieri e da Luigi Fozzati, responsabile del "Nucleo di Archeologia Subacquea medio alto adriatico" con l'appoggio della Cooperativa Acquarius a cui erano affidate le operazioni subacquee.

 

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CAORLE (VE) - UN MUSEO PER L'ARCHEOLOGIA MARINA

Il comune di Caorle ha stipulato una concessione con il Ministero dei Beni Culturali in comodato per gran parte dell'area che un tempo apparteneva all'azienda Ghiggiato allo scopo di trasformarla in un museo.

La Soprintendenza Archeologica del Veneto avrà dieci anni di tempo per completare la struttura museale che sarà dedicata all'archeologia marittima, ma l'obbiettivo vorrebbe essere di aprire degli spazi già dal prossimo anno.

A seguito di questa operazione ha preso ancor più corpo il progetto, armai dato per certo, del recupero del relitto di scafo romano affondato davanti Caorle.

 

 

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TORCELLO - LAGUNA NORD - CONFERMATE LE ORIGINI ROMANE DELL'ISOLA

Dopo gli scavi dell'equipe polacca del 1962, un nuovo scavo, realizzato da Albert Ammerman di New York e Maurizia de Min della Soprintendenza dei Beni Artistici di Venezia ha raggiunto un livello romano.

Da quanto è stato riportato nel National Geographic si apprende che, durante i lavori di restauro della cattedrale S. Maria Assunta (IX secolo), si è provveduto a realizzare uno scavo sotto il pavimento cha ha richiesto l'impiego di pompe per mantenere asciutto lo scavo.

Si è ritrovato il piano di calpestio (già noto) della prima basilica del VII sec. d.C. ma, proseguendo lo scavo è stato individuato un piano di calpestio del I° o II° secolo d.C. con una piccola rampa in cotto, degradante verso il basso.

Il National Geografic lo pone alla profondità di un metro e settanta, ma non è chiaro se la misura é riferita al livello attuale del pavimento o della laguna.

Un ulteriore contributo alla conoscenza della Laguna di Venezia in età romana che solo alcuni anni fa era ipotizzata da pochi studiosi e che grazie anche all'archeologia subacquea lagunare ha potuto trovare riscontri, vedi "I romani colonizzarono la laguna di Venezia?", un articolo apparso nel 1982 sulla rivista "Archeologia Viva".

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VENEZIA - RINVENUTI I RESTI DI UNA CASA ROMANA

Ritrovati altri resti di età romana nella città di Venezia. In uno scavo condotto durante dei lavori di lavori di straordinaria manutenzione alle scuole Marco Polo (liceo classico) e Giustina Renier Michiel (elementari) per il posizionamento di una vasca antincendio e del depuratore è emerso un insediamento abitativo di età romana.

Un ulteriore elemento a favore della romanicità di Venezia dopo le ipotesi del Romanin, i ritrovamenti subacquei nella Laguna, gli studi del prof. W. Dorigo ed i recenti scavi al teatro Malibran, per non parlare delle tesi greche del prof. Lorenzo Braccesi.

Il sito risale al III e IV secolo. E' un insediamento abitativo, prevalentemente di natura produttiva, che, secondo l'archeologa Rossella Cester direttrice del cantiere archeologico per conto della Soprintendenza Archeologica del Veneto, è sorto attorno al 270 dopo Cristo.

La strutture lignee appartengono, tuttavia, al VII e VII secolo con rimaneggiamenti fino all'anno mille e sono composte di pali e vimini intrecciati a cui si alternano tavolati orizzontali. Lo stato di conservazione è stato definito "ottimo".

Strutture lignee simili sono state ritrovate nel sito subacqueo relativo all'insediamento altomedievale di Costanziaco, situato nei pressi dell'isola di Torcello, nella Laguna Nord.

Durante gli scavi gli archeologi hanno individuato circa 200 unità stratigrafiche e recuperato un notevole numero di reperti: frammenti di ceramica (anfore, catini, bicchieri), pietra ollare (vedi la ricerca "Pietre ollari nel Veneto"), ossa di animali e resti vegetali che saranno oggetto di studio.

 

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VENEZIA - RITROVATE A RIALTO LE RIVE TRECENTESCHE E QUATTROCENTESCHE DEL CANAL GRANDE

Non sono stati gli archeologi subacquei a ritrovare queste rive, situate ben 10 metri all'interno dell'attuale riva.

I resti sono emersi nel mercato di Rialto durante i lavori per la costruzione di un nuovo depuratore. Lo scavo ha fatto apparire due rive costruite la prima nel 1398 e la seconda nel 1494, mentre l'attuale risale al 1902.

La riva trecentesca, in ottime condizioni di conservazione era costituita da blocchi di pietra d'Istria poggianti su un doppio tavolato di larice, sorretto da pali infissi nel sedimento argilloso.

Ancora visibili i pali di ormeggio per le imbarcazioni.

La riva trecentesca con i pali di ormeggio

 

La riva quattrocentesca, più spostata verso il Canal Grande è stata invece pavimentata con mattoni in cotto disposti a spina di pesce.

Dallo scavo sono emersi anche i resti di due banchi dell'antico mercato: il n. 17 e 42 in numeri romani.

La struttura venne distrutta pr l maggior parte nel 1885 per vari lavori e per la costruzione di una Pescheria in stile liberty, poi abbattuta agli inizi di questo secolo per l'attuale mercato del pesce

Numerosi i reperti recuperati nel cantiere diretto dall'archeologo Marco Bortoletto: ceramiche, anche con pezzi di importazione spagnola e orientale, pesi di vetro con il marchio della Serenissima, dadi da gioco, pezzi di vesti, resti in cuoio, resti animali e vegetali: perfino un uovo intero fossilizzato.

Il materiale assieme a quanto altro rinvenuto negli scavi cittadini sarà portato nell'isola del Lazzaretto Vecchio dove dovrebbe sorgere un nuovo museo della storia archeologica della città assieme anche ai contributi dell'archeologia subacquea relativi ai relitti e alle ceramiche rinvenute nel Canal Grande.

L'apertura è prevista per l'anno 2003.

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