www.archeosub.it

HOME PAGE

Archeologia subacquea - Il Bacchiglione

Un letto pieno di sorprese

di Antonio Rosso

pubblicato su "Archeologia Viva" anno I, n. 8 - novembre 1982 - pp. 54-61

Translate with Babel Fish:  

 

Per gli archeologi il Bacchiglione è un fiume particolare dalle continue piacevoli sorprese.

Per esempio è il fiume che ci ha dato la piroga più lunga del mondo (oltre 16 metri !), recuperata assieme ad altre più piccole alcuni anni fa dal Club Sommozzatori Padova e oggi, opportunamente restaurata dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto, esposta nel Nuovo Museo Civico agli Eremitani di Padova (oggi, 2002, l'imbarcazione si trova nel museo del Bacchiglione al Castello di S. Martino delle Vaneze, Cervarese, vicino Padova). E si pensa ce ne siano altre... Da anni inoltre, seguendo le indicazioni dei «sabbionari», cioè coloro che estraggono la sabbia dal letto del fiume per utilizzarla in edilizia, si effettuano continui interessanti ritrovamenti di varie età: da ceramiche e armi medioevali, a vasi fittili di età paleoveneta, da reperti dell'età dei metalli a ceramiche romane.

Bacchiglione: situla bronzea alta 30 cm
Cervarese: due cuspidi di bronzo paleovenete
Cervarese: vaso fittile a tronco di cono

L'importanza che le testimonianze raccolte nel Bacchiglione e nelle sue immediate vicinanze rivestono per la storia di Padova ha fatto si che in una mostra di alcuni anni fa, «Padova Preromana», venisse dedicata a questo fiume una piccola sezione tutta sua: sono ormai a decine i frammenti di scodelle, tazze, boccali, olle (alcune anche intatte) riferibili all'età del Bronzo medio e recente, recuperate dai subacquei del già citato Club Sommozzatori di Padova o dagli appassionati della Società Archeologica Veneta.

Di questi periodi sono le due bellissime spade a lingua, a presa tipo Cetona la prima, a presa tipo Alberona la seconda, datate rispettivamente al Bronzo recente e finale. Esse sono state portate in superficie assieme alla sabbia del fiume dai «sabbionari» e recuperate tra i materiali scartati dal vaglio delle draghe.

Del periodo paleoveneto da citare i ritrovamenti di alcuni ciottoli di notevoli dimensioni (ciottoloni) con iscrizioni venetiche. Essi rappresentano un tipico monumento funerario della zona, interessanti per il loro uso, ma soprattutto perché recanti, appunto, iscrizioni venetiche in alfabeto etrusco.

 
Ciottolone paleoveneto con iscrizione in lingua venetica rinvenuto nel Bacchiglione

Tutti questi ritrovamenti hanno sensibilizzato gli appassionati e spinto numerosi clubs a intraprendere sistematiche ricerche. I risultati, anche se numerosi studi sono tuttora in corso, non sono mancati. ~ stato così possibile recuperare altro materiale paleoveneto, romano e medioevale sia in vicinanza di Padova che in provincia di Vicenza (situle, vasi fittili, cuspidi di bronzo).

Un notevole contributo in tal senso è stato dato da un club, da poco sorto: il Club Bacchiglione. Ad esso e al suo compianto segretario, Nico Pezzato, si deve in particolare la scoperta in prossimità del piccolo centro di Cervarese Santa Croce, di un gran numero di grossi elementi in pietra lavorata situati sul letto del fiume a due, tre metri di profondità.

Assieme a questi si sono rinvenuti un bacile in pietra, lavorato, di quasi un metro di diametro, e materiale del I sec. a.C.: una ciotola fittile e un vaso (vedi Archeologia Viva, n. 5).

Soffermiamoci un momento in questa zona che merita un cenno non fosse altro perché ciò che ne è emerso ha posto numerosi interrogativi e lo stesso ritrovamento non è certo usuale.

Dall'argilla e sabbia del fondo emergono 10 tamburi di colonna e pochi metri più a monte 17 parallelepipedi di pietra calcarea.

Un numero che sembra destinato ad aumentare in quanto con un sondino metallico ne sono stati localizzati altri.

Il rilevamento subacqueo della zona viene effettuato da alcuni soci del Club Bacchiglione e del Sub San Marco di Venezia, abituati questi ultimi a lavorare nelle acque ben più torbide della laguna.

Uno dei cilindri ha un diametro di ben 136 cm, mentre il più piccolo misura 70 cm di altezza e 85 di diametro.

Pesano da una a tre tonnellate l'uno. Se si sommano con gli altri elementi squadrati (circa Kg 350 l'uno) si ha un totale di venti tonnellate sott'acqua!

Di cosa si tratta? Di un cantiere di lavoro, un deposito, un punto d'imbarco, dei resti di un naufragio, di una costruzione ciclopica? Ipotesi...

Rilevamento subacqueo del complesso dei manufatti in pietra lavorata rinvenuti presso Cervarese Santa Croce

La scoperta, rimbalzata dalle cronache ai consigli comunali, ha fatto discutere molto. Il quesito e la datazione dei reperti si presentano tuttavia complessi anche se di indubbio interesse. Chissà se mai sarà possibile dare a questo ritrovamento la sua giusta interpretazione.

Di positivo certamente è l'interesse che hanno mostrato tutti coloro che sono stati coinvolti. Con la prospettiva che il fiume presto dia altre sorprese, si sono moltiplicate infatti le iniziative per una valorizzazione e un miglioramento delle condizioni ambientali.

Opportuno, secondo alcuni, anche emanare norme protettive per le zone di interesse archeologico già note: sia subacquee che situate lungo il corso del fiume, o anche per quelle che nel futuro potrebbero essere identificate.

Speriamo che i buoni propositi si concretizzino nella salvaguardia di un bene comune, responsabilizzando nel contempo anche coloro la cui vita gravita attorno al fiume, in modo da avere da tutti la più ampia disponibilità.

 

 

Identikit di un fiume difficile

Il Bacchiglione ha origine tra i Lessini e il Pasubio, attraversa la provincia di Vicenza ricevendo contributi da numerosi corsi d'acqua tra cui cospicui quelli del Tesina e dell'Astico, quindi, lambendo Padova si congiunge al fiume Brenta poco prima di sfociare in una foce comune nell'Adriatico, un paio di chilometri a sud di Chioggia.

È un fiume dalle acque lente e tranquille. Durante i periodi di pioggia, tuttavia, si fa turbolento e innalza il pelo dell'acqua anche di diversi metri, fino a lambire, se non a superare - nei casi più gravi - gli argini elevati a difesa dei campi e che fino al 1800 subivano periodiche inondazioni.

Nel tratto pia munifico, archeologicamente parlando, e cioè tra Padova e Vicenza ha un percorso sinuoso con molte anse.

Caratteristico il susseguirsi di frequenti brusche variazioni di pendenza che creano delle piccole rapide, alternate a zone molto tranquille.

Durante una ricerca capita pertanto sia di trovarsi in acque quasi calme sia di immergersi in correnti e gorghi che rendono difficile mantenere un assetto preciso.

La profondità mediamente non è mai superiore ai tre-quattro metri, tuttavia in vicinanza di curve o per l'instaurarsi di correnti o dove sono stati effettuati prelievi di sabbia essa può variare bruscamente fino a 15 metri.

Il Bacchiglione scorre incassato tra argini argillosi, ripidi, in alcuni casi ricoperti da folta vegetazione. Ciò comporta di dover trasportare spesso le attrezzature in maniera avventurosa.

Il fondo è sabbioso, argilloso solo in prossimità delle rive. La visibilità, normalmente si mantiene su uno, due metri, sufficienti per avere anche documentazioni fotografiche. Appena piove tuttavia passa a zero: l'acqua assume un color cioccolato e rende impossibile ogni attività di ricerca.

Oggi a causa dello stato in cui si trovano le sue acque, a causa dei molteplici scarichi che vi defluiscono, si sono diminuite di molto le attività di ricerca: per poter operare in questo fiume si è dovuto effettuare la vaccinazione contro la leptospirosi e le immersioni sono state eseguite con mute integrali, calzari e guanti.

Ad ogni immersione ci si protegge le orecchie con gocce di latte dermatologico e gli occhi con antistaminici.

Non è piacevole - ma ritengo sia necessario - parlare oggi anche di questi problemi: fare ricerche in fiumi, o in generale, nelle acque interne, diventa sempre pia difficile e si deve sottostare a prassi che con l'hobby dell'archeologia e dell'immersione hanno poco in comune.

 

 

Un gruppo di subacquei si appresta ad immergersi nelle acque «ricche», ma non troppo invitanti del Bacchiglione. Infatti, come la stragrande maggioranza dei nostri fiumi, anche questo presenta acque molto inquinate che richiedono particolari cautele da parte degli operatori subacquei.

 

Testimonianza

"Esplorare i fiumi immergendosi nelle loro acque, ripercorrere il cammino dell'uomo, la sua storia, scoprire i resti delle sue opere salvando importanti testimonianze: in poche righe tutto, tutto e niente.

D 'altronde come spiegare, come far capire a chi è fuori la gioia folgorante, il flash che ti scoppia dentro quando, dopo ore di ricerca sul fondo, tra l'acqua poco chiara che ti circonda come nebbia, ti appare un insediamento palafitticolo con bellissime olle protostoriche ancora imprigionate nel fango, o l'antichissima piroga affondata che giace di traverso, imponente come un grande obelisco, o i resti di una battaglia o le necropoli disseminate di resti di ossa e di teschi dalle vuote orbite che sembrano fissarti quasi a volerti far riflettere su quanto sia stato grande l'uomo, ma quale misera fine lo aspetti.

Esperienze uniche, affascinanti, in un elemento che oltre a conservare gelosamente gli antichi splendori umani deve subire l'inquinamento e il degrado. Con stizza e sdegno si incrociano sul fondo automobili, spazzature, discariche; alienanti presenze dell'attuale società dei consumi.

D'altronde, anche se fa male dirlo, non saranno forse questi fra qualche migliaio d'anni (se l'uomo ci sarà ancora) i futuri reperti archeologici, le testimonianze di questo convulso passato?"

Ý Nicolò Pezzato

 

 

Il costume vuole che nelle ricerche di gruppo non compaiano i singoli; si ritiene invece doveroso ringraziare gli amici Chiarina Amoruso, Roberto Giuliano, Ugo Gri, Ý Nico Pezzato, dei clubs SUB SAN MARCO e CLUB BACCHIGLIONE che hanno collaborato al rilevamento riportato e con i quali si sono divise le fatiche delle immersioni a cui si riferisce la documentazione fotografica.

   

indice generale articoli

 

venezia@archeosub.it

News
Venezia e isole
Legislazione
Corsi & Convegni
Links
Architalia
Lavoro
Tecnica
Archeoforum
Federazioni
Triveneto - Adriatico
S.O.S.
F.A.A.V.
Archeopolis - servizi

 

 

www.archeosub.it