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La Torre di Bebe - Cenni storici

a cura del gruppo Archeologico Fossa Clodia - foto di A. Rosso

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Vincenzo Bellemo nella sua opera il territorio di Chioggia, afferma che i più antichi storici della repubblica di Venezia, il Sagornino, il Dandolo e il Benintendi, sostenevano che il Doge Deodato nell'ultimo anno del suo governo (dogò tra 742 e 756), costruì un castello al di là del porto di Brondolo, a difesa delle città lagunari.

Alcuni storici ritenevano che questo castello fosse stato eretto a Brondolo, ma qui non si ha memona di un castello se non in epoca tarda; una posizione sul lido invece deve essere esclusa poiché in tale data non si pensava a difendere i porti da attacchi nemici, essendo l'impero d'Oriente, alleato delle città lagunari, l'unica potenza che disponeva di una flotta.

Nell'VIlI si temevano attacchi da parte dei longobardi, che avevano aperte due vie per le città veneziane: quella che dall'Adige portava a Chioggia, e l'altra che da Monselice per Conselve scendeva ad allacciarsi alla destra del Brenta con la prima.

Il Bellemo ritiene dunque che il castello eretto dal Doge Deodato sia la torre delle Bebbe, posto a non più di due chilometri e mezzo a sud ovest di Brontolo, alla destra del Brenta antico, presso il quale nel secolo VIII doveva essere l'intersezione delle due vie indicate.

Pietro Morari, nella sua "Historia della città di Chioggia" scritta nel XVII secolo scrive: "Le Bebe sono incontro il lito di Fossone, oltre le valli del Becco. Questo era un luoco con due chiese molto habitato e frequentato, perché di là era il transito che ora è alla Cavanella, il luoco è distrutto, nè altro vi si scorge che un pezzo di torre habitata da bissi".

 

Gli eventi confermano che il sito era eminentemente strategico per la difesa e l'offesa, chiave per le vie di terra, così come per le vie d'acqua.

Qui infatti vanno poste le sconfitte padovane del 1110 e del 1215; qui si attestò la crociata contro Ezzelino III da Romano nel 1256; fu importante luogo di scontri durante la guerra di Chioggia tra il 1378 ed 111381.

 

Il Bellemo fa risalire il toponimo Bebe o Bebbe, così come quello di Cluza (l'odierna Chioggia), ad un'origine addirittura pelasgica, a ricordo dello stanziamento di popolazioni pre-elleniche, ma l'ipotesi è tuttaltro che attendibile.

Il termine si incontra a partire dal IX ad indicare il confine di Chioggia, delimitato dalla foce dell'Adige fino alle Bebbe, da qui a Conche, e da Conche ai lidi.

Pietro Morari afferma che tali confini erano stati pattuiti con il doge Angelo Participatio. Inoltre tre canali che dall'Adige si immettevano nel Brenta antico vengono distinti con tale toponimo: il primo da est è la Bebetta; la Beba nuova e la Beba vecchia.

La prima compare dal XV secolo, la seconda è indicata per la prima volta in un documento del 1137; nello stesso si ricorda più volte la Beba vecchia che derivava dall'Adige tra Cavarzere e il Monastero di San Michele in Adige. Per questo stesso canale è attestato per il XIII secolo che transitassero i grossi navigli per la Lombardia.

I clodiensi ritennero sempre che la Beba vecchia segnasse il loro confine, inoltre i diplomi di Enrico IV la indicano come confine delle terre padovane, che fu sempre fisso.

 

 

 

 

 

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