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Gli squeri ed i restauri - il caso di San Trovaso
di Lorenzo Dalla Toffola
tratto da una intervista sul Gazzettino del 30.09.2003
Questo brano, letto sul Gazzettino, è tratto da un'intervista a Lorenzo Della Toffola, costruttore di gondole e concessionario dello squero San Trovaso
Argomento: i lavori eseguiti per restaurare lo stesso squero.
« ... alla fine dell'intervento - denuncia Lorenzo Della Toffola, lo squerarolo che l'ha gestito negli ultimi anni - di gondole non se ne faranno più!»
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«... , parlo da cittadino, sottolinea Della Toffola, in quello squero deve continuare l'attività produttiva, perché altrimenti è come ucciderlo, ma chi conduce i lavori non distingue una gondola da una panchina, e nessuno è mai venuto a chiedermi un giudizio, un consiglio, un suggerimento sulle scelte fatte.
Si sono fatti interventi per la raccolta dei reflui che renderanno impossibile il lavoro. Primo problema: lo scalo: per creare una canaletta di raccolta a + 80 cm sul medio mare è stata aumentata l'inclinazione del "sogèr". Alare le gondole a braccia è diventato impossibile, anche perché il fondo di terra battuta è stato sostituito da un bel fondo in cemento, che ovviamente ha fatto il verde, e si scivola.
Ora, per nascondere il cemento, la Soprintendenza vuole mettere una copertura di legno, ma tutti sanno che le gondole voltate a fondo per aria poggiano su pali infissi nel terreno, per l'appunto in terra battuta. A Palazzo Ducale, dove dovrebbero abitare i custodi della cultura veneziana, però non ne sono al corrente.
Dopo la canaletta, lo scalo è stato prolungato con minor inclinazione di un paio di metri rispetto a prima, per coprire un antico muro di fondazione, ed è stato finito con un muro in mattoni coperto con una palizzata di legno (Comune e Insula non si sono messi d'accordo e hanno sommato i loro progetti). La luce con l'altra riva del canale si è ridotta a 7 - 8 metri, ma le gondole sono lunghe 11! Come andranno in acqua? Di traverso?
Il muro, "ovviamente", con la bassa marea fa uno scalino insormontabile, ma con +80 cm di marea i sensori bloccano l'impianto di raccolta per il crescere della salinità. A + 60 basterà l'onda di un motoscafo. «Con l'acqua bassa sottolinea Della Toffola - non posso tirare su le gondole, ma con l'acqua alta non posso lavorare: lo squero funzionerà solo "luni" e "màrti", con luna calante?»
Nella sala pitture, le gondole potevano entrare dal canale quasi strisciando col riccio il soffitto, ma ora il pavimento è stato alzato di 20 cm, e nessuna gondola potrà più esservi alata.
Nella stanza di costruzione dei paioli, invece, è stata messa la macchina che muove tutto l'impianto di raccolta, ma poiché il locale era basso, il pavimento è stato scavato di mezzo metro: peccato che già prima vi entrasse l'acqua alta!
Di tanti lavori di cui aveva bisogno lo squero, denuncia infine Della Toffola, il Comune ha deciso di fare solo quelli per la raccolta delle acque, col risultato di compromettere la sua stessa funzione.
Di consolidamento invece non se ne è parlato, di rivestimento ignifugo neppure, perfino i tetti di ondulato plastico sono stati lasciati lì, su parere della Soprintendenza (e fortuna che si tratta di un monumento nazionale...). «Non capisco - conclude Della Toffola - perché piuttosto non si è scelta la strada della deroga. Quanti sono gli squeri attivi? Due, tre al mondo! E allora?» ..............
(Fonte: Il Gazzettino)
Se si vuole intervenire su questo o casi analoghi, venezia@archeosub.it
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