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Archeoforum A1 

La formazione professionale archeologica attraverso corsi "professionali"
l'esperienza nella Regione Lazio

Scambio di opinioni tra l'AIA SUB e la Scuola Professionale Marco Polo con atto finale della Regione Lazio "Determinazione Dirigenziale del 7 dicembre 2001, n. 1315" e ulteriore seguito

Le opinioni sono personali e non vincolano in alcun modo www.archeosub.it

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Introduzione:

Roma: Corsi di formazione e qualificazione Professionale per Esperti in tecniche subacquee per l'archeologia - Programma: la Giunta Regionale del Lazio - Dip. Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro, con propria determinazione n°228 dello 04.05.2000 e Deterninazione Dirigenziale n. 1315 del 7 dicembre 2001, ha autorizzato la Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo" allo svolgimento del corso di formazione e qualificazione professionale, secondo la legge quadro n°845/78 e LL.RR. di attuazione del Lazio, per Esperto in tecniche subacquee per l'archeologia.

SCUOLA PROFESSIONALE DI IMMERSIONE SUBACQUEA

"MARCO POLO" (fondata nel 1959) Centro Addestramento e Centro Iperbarico Via Salaria,1075 &endash; 00138 ROMA

COMUNICATO

Si porta a conoscenza che, per la prima volta nella storia nazionale, la Giunta Regionale del Lazio - Assessorato Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro - con propria determinazione n°228 dello 04.05.2000 e Deterninazione Dirigenziale n. 1315 del 7 dicembre 2001, ha autorizzato la Scuola scrivente allo svolgimento del corso di formazione e qualificazione professionale istituito ai sensi della legge quadro n°845/78 e LL.RR. di attuazione per : (Archeologo subacqueo) oggi "Esperto in tecniche subacquee per l'archeologia"

La Giunta Regionale del Lazio, visto anche quanto prescritto dai DD.LL. 626/94 e 494/96 ha inteso, con tale iniziativa formativa unica nel suo genere, disciplinare questa figura professionale, studiando appositi programmi formativi, che vedranno la loro finalizzazione nel rilascio del diploma di qualifica professionale spendibile sul mercato nazionale ed internazionale.

Tale iniziativa formativa conferisce alla figura dell'archeologo subacqueo quel meritato riconoscimento giuridico/legale che gli spetta, non già in virtù delle obsolete ed illegittime attestazioni sportivo/agonistiche, rilasciate da varie organizzazioni, finanche affiliate al CONI, tutte prive del benchè minimo titolo di diritto e/o di fatto ad espletare attività lavorativa subacquea quale è, a tutti gli effetti, quella dell'archeologo subacqueo. Dotandolo, di converso, di quella indispensabile professionalità prescritta legislativamente, che garantisca la sua integrità fisica e salvaguardi la propria personalità morale, in quei termini di giusto riconoscimento della sua dignità di lavoratore.

AMMISSIONE

Il corso è riservato ai possessori del titolo di Laurea in Lettere ad indirizzo archeologico, previo superamento delle Visite Mediche di idoneità psicofisica così come previste dalla Scheda Sanitaria allegata al D.M. Marina Mercantile del 13.01.1979, G.U.n° 47 del 16.02.1979 e di appositi tests capacitativi (teorico/pratici) per l'accertamento di competenza/esperienza che potrebbe già essere stata acquisita, dai diretti interessati, attraverso pregresse esperienze maturate nel settore archeologico subacqueo, svolte a carattere personale o su incarico soprintendentizio.

PER I DIPENDENTI PUBBLICI O PRIVATI

Durante l'orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori, secondo quanto prescritto dai D.L. n.626/94 art.22, comma 6 ) e D.L..494/96 art.25, All. 2, commi 5 e 7).

DURATA DEL CORSO

La durata del Corso è di 600 ore teorico/pratiche, come da Programma di istruzione autorizzato dai competenti organi regionali del Lazio, ma potrà essere ridotto (soltanto per i primi 2/3 corsi) a 250/300 ore, previo superamento dei tests teorico/pratici proposti dalla Direzione della Scuola e delle visite mediche specialistiche di valutazione psicofisico/attitudinale effettuate, si ripete, secondo quanto prescritto dalla scheda sanitaria allegata al D.M. Marina Mercantile 13.01.1979,già di proprietà della Scuola e prescritta dal Ministero della Sanità per i subacquei professionisti.

INIZIO DEL CORSO

L'inizio è previsto per la seconda decade di Febbraio 2001, secondo il Calendario delle Lezioni che sarà all'uopo predisposto (650 ore ovvero 250/300), in dipendenza dell'accertamento di competenza, preliminare all'ammissione al Corso, con cadenza oraria giornaliera, escluso il sabato e festivi.

DISPONIBILITA' DEI POSTI

Il Corso verrà effettuato a numero chiuso e limitato alle prime 30 unità che ne facciano richiesta e che, in possesso del titolo accademico richiesto, risultino idonee dal punto di vista sanitario.

LUOGO DI SVOLGIMENTO

Le lezioni teorico/pratiche, verranno effettuate c/o il Centro Addestramento Professionale della Scuola stessa sito alla Via Salaria, 1075 &endash; Roma; le esercitazioni pratiche verranno effettuate in Torretta di Training - presso la Scuola - nel Lago di Bracciano e in Mare.

COSTI

Poichè la Scuola non persegue statutariamente scopo di lucro, la quota di iscrizione al Corso sarà studiata in forma direttamente proporzionale al numero di richieste preliminari che perverranno alla Scuola stessa, fino ad un massimo di 30 unità, e verrà comunicata ai diretti interessati (per la formale adesione o rinuncia) 15 giorni prima dell'inizio del corso stesso.

ESAMI FINALI

Gli esami di fine Corso avverranno di fronte ad un'apposita commissione regionale composta secondo quanto prescritto dall'art.14, comma 1 della legge quadro n.845 del 21.12.1978) che prevede la presenza di esperti designati dalle amministrazioni periferiche del Ministero del Lavoro, del Ministero della Pubblica lstruzione, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. Con il superamento delle prove finali gli allievi conseguono la Qualifica Professionale di (ARCHEOLOGO SUBACQUEO), oggi ESPERTO IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA, in base alla quale gli uffici di collocamento assegnano le qualifiche valide ai fini dell'avviamento al lavoro e dell'inquadramento aziendale art.14, comma 2 della legge quadro n.845/78).

 TITOLO DI FINE CORSO

Qualifica professionale di (ARCHEOLOGO SUBACQUEO) oggi "ESPERTO IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA" rilasciata secondo quanto prescritto dalla legge quadro in materia di formazione professionale n.845 del 21.12.1978, leggi regionali di attuazione del Lazio e con determinazione Dirigenziale del 7-12-2001 n. 1315. Gli attestati di qualifica costituiscono titolo per l'ammissione ai pubblici concorsi art.l4,comma 3 della legge quadro n.845/78).

Si ritiene che tale iniziativa disciplinativa conferisca, finalmente, alla figura dell'archeologio subacqueo quel riconoscimento giuridico da sempre auspicato, ma mai raggiunto.

Le pre-adesioni, potranno essere inviate, anche via e-mail, come da modulo in allegato:

Distinti saluti. - Il Legale Rappresentante (Armando Conte)

Segue informativa art. 10 legge 675/96 e modulo di iscrizione

 

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La risposta ufficiale dell'AIA Sub ai corsi della Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo" 

A.I.A.Sub.

ASSOCIAZIONE ITALIANA ARCHEOLOGI SUBACQUEI * - via Tripolitania 195, 00199 Roma - 0686208038

COMUNICATO

In riferimento all'iniziativa commerciale della Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo" mirante all'istituzione di un corso finalizzato al rilascio di un attestato della "qualifica professionale di archeologo subacqueo" e autorizzato dalla Giunta Regionale del Lazio - Assessorato Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro con determinazione n.228 del 4/5/2000,

l'Associazione Italiana Archeologi Subacquei precisa che:

- l'unico titolo riconosciuto che conferisca la qualifica di "archeologo" è il diploma di Laurea con indirizzo archeologico conseguito presso le Facoltà universitarie di Lettere o Conservazione dei Beni Culturali, con relative Scuole di specializzazione, come dettato dalle vigenti normative in materia;

- l'insegnamento dell'archeologia, in ogni sua forma, non può di conseguenza essere appannaggio di scuole professionali che svolgano attività didattica nel campo della tecnica dell'immersione subacquea o assimilato.

 

Ciò premesso, l'Associazione Italiana Archeologi Subacquei

- deplora che la regione Lazio abbia "autorizzato" soggetti impropri a rendere la disciplina archeologica subacquea oggetto di didattica;

- considera quindi destituita di ogni legittimità, e dunque ingannevole oltreché lesiva per la categoria stessa degli archeologi, qualunque iniziativa, al di fuori delle sedi universitarie, volta a promettere il rilascio della qualifica di "archeologo";

- invita le Istituzioni competenti a fare prontamente chiarezza sulla questione, e a non prestarsi a determinare equivoci di sorta.

 

* L'A.I.A.Sub. raccoglie e rappresenta in sede collegiale iscritti operanti nelle Soprintendenze archeologiche, nelle Università e liberi professionisti

 

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La controrisposta ufficiale della Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo" all'AIA Sub.

 

In rif. alla richiesta di chiarimenti, da parte degli Organi competenti effettuata dall'AIA Sub, (di cui al comunicato apparso sul vostro sito) in merito al Corso di formazione e qualificazione professionale per Archeologo Subacqueo istituito ai sensi della legge quadro 845/78 dalla Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo" si invia, per doverosa informazione, quanto comunicato dalla Regione Lazio in risposta e,a tutt'oggi, inspiegabilmente non propalato dall'AIA Sub.

Si porta a conoscenza, inoltre, che la Scuola Marco Polo ha dato mandato, ai suoi legali per tutti quei reati ravvisati e/o ravvisabili, nelle più opportune sedi giudiziali,.a difesa dell'immagine e della professionalità vantata a pieno diritto dalla stessa nei confronti dell'AIA Sub.

Infatti in data 29 dicembre 2000 racc.ar n° 11077816052/1 veniva inviata, all'AIA Sub sita in Via Tripolitania,195 - 00199 Roma, dallo Studio Legale Miraglia con sede in Piazza Adriana,15 una lettera dal seguente testo:

RETTIFICA DI NOTIZIA NON VERA

Codesta Associazione non riconosciuta, con un comunicato che si legge sul sito web www.archeosub.it, Archeologia delle acque (27/12/2000), fa riferimento al provvedimento, con cui la Regione Lazio, Dipartimento Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro, ha autorizzato la Scuola Professionale di Immersione Subacquea "Marco Polo", Centro di Addestramento e Centro Iperbarico in Roma, Via Salaria 1075, ad istituire il "corso di formazione e qualificazione professionale per archeologo subacqueo" (G.R. 04/05/2000, n.228).

La Scuola Marco Polo, a pagina 2 del suo comunicato, anche a voi spedito, precisa chiaramente e sotto il titolo "ammissione" : "il corso è riservato ai possessori del titolo di Laurea in Lettere ad indirizzo archeologico".

Invece, codesta Associazione, nella "risposta" sul sito web, premesso che "l'unico titolo riconosciuto che conferisca la qualifica di archeologo è il diploma di Laurea con indirizzo archeologico conseguito presso le Facoltà di Lettere e Conservazione di Beni Culturali, "deplora" che la Regione Lazio abbia autorizzato "soggetti impropri" a rendere la disciplina archeologica subacquea oggetto di didattica, e considera "destituita di ogni legittimità, e dunque ingannevole, oltrechè lesiva per la categoria stessa degli archeologi", qualunque iniziativa, al di fuori delle sedi universitarie, volta a "promettere il rilascio della qualifica di archeologo".

La notizia del vostro comunicato su internet non è vera, per i seguenti motivi:

1. La comunicazione della Scuola Marco Polo non promette affatto il rilascio della qualifica di "archeologo", bensì precisa che il corso cui è stata autorizzata dalla Regione Lazio è riservato ai possessori del titolo di Laurea in Lettere ad indirizzo archeologico: cosa ben diversa da una presunta iniziativa "ingannevole";

2. La Scuola Marco Polo precisa pure che il "titolo di fine corso" (per chi abbia superato gli esami, ovviamente) consiste nella qualifica di "archeologo subacqueo" rilasciata secondo quanto prescritto dalla legge quadro in materia di formazione professionale n. 845 del 21/12/1978 dei DD.LL. 626/94 e 494/96 (lavori subacquei con autorespiratore) e dalle leggi attuative della Regione Lazio. Cosa ben diversa da una presunta iniziativa "lesiva" per gli archeologi che desiderano specializzarsi nell'attività subacquea.

Si chiede, pertanto, a nome e nell'interesse della Scuola l'immediata rettifica ai sensi di legge mediante inserimento integrale, e senza commenti, della presente diffida sullo stesso sito web. Con riserva di azioni per i danni patiti dalla Scuola e di quelli futuri comunque connessi alla propalazione della notizia non vera.

F.to Avv. Giacinto Miraglia

 

Purtroppo, alla data, siamo spiacenti di constatare la volontà, da parte dell'AIA Sub, di evitare la propagazione non solo di quanto comunicato dal nostro legale ma anche e,soprattutto, quanto comunicatogli dalla Regione Lazio; è per questo che vi invitiamo a rettificare il comunicato non vero dell'AIA Sub e a pubblicare sia la lettera del nostro legale che quanto in allegato (Regione Lazio) con lo stesso risalto e spazio temporale dato all'AIA Sub stessa evitando così, di veder costretta suo malgrado, la Scuola ad adire le azioni legali del caso, nelle più opportune sedi giudiziali, anche nei vostri confronti.

Inoltre, si prega, di voler pubblicare le lettere della Regione Lazio, su carta intestata della stessa, senza tagli, così come inviatevi

Il Legale Rappresentante (Armando Conte)

 

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Roma: Determinazione dirigenziale della Regione Lazio del 7 dicembre 2001, n. 1315"

Abbiamo ricevuto dal Dott. Enrico Felici la seguente comunicazione:

"ad arricchimento del già cospicuo "forum" sui c.d. corsi per "archeologo subacqueo", ritengo opportuno fornire un aggiornamento-precisazione. Con Determinazione Dirigenziale del 7 dicembre 2001, n. 1315, la Regione Lazio (Dipartimento Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro - Area 9B, Servizio 1) ha sostituito l'ordinamento didattico del corso per "archeologo subacqueo" con quello di "esperto in tecniche subacquee per l'archeologia".

E' evidente che la R. Lazio abbia infine recepito le perplessità espresse dall'A.I.A.Sub. in merito, peraltro fondate sulla semplice osservazione delle norme vigenti nel settore, riconoscendo l'impossibilità per chicchessia di conferire la qualifica di archeologo al di fuori degli ordinamenti universitari.

Ritengo pertanto che gli argomenti al riguardo ospitati nel sito siano ormai superati o comunque sostanzialmente modificati da tale nuova circostanza."

 

(In ogni caso i documenti saranno mantenuti come archivio storico a disposizione dei visitatori del sito. La Marco Polo non ha ancora inviato il Programma con la nuova denominazione, che è stato modificato da www.archeosub.it solo per esattezza dei termini.) (AR)

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Sui corsi professionali abbiamo ricevuto anche la seguente sintesi che uscirà sulla rivista "L'archeologo subacqueo"

Il "corso per archeologo subacqueo": una storia italiana.

Ricorderanno i nostri ventidue Lettori (ce ne siamo occupati nel n. 19) che la Regione Lazio (Dipartimento Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro) aveva autorizzato una scuola subacquea privata (la "Marco Polo" di Roma, per la cronaca) a tenere un corso finalizzato al conseguimento di quella che veniva pomposamente definita "qualifica professionale di archeologo subacqueo". In una singolare convergenza di vedute, sia l'organo regionale che la scuola in questione sostenevano l'operazione basandosi sulla premessa che al corso sarebbero stati ammessi solamente laureati in discipline archeologiche. L'Associazione Italiana Archeologi Subacquei stigmatizzò l'operazione in un comunicato. Lo scopo dell'operazione, dal punto di vista interessato di quella scuola, era infatti sin troppo chiaro: pretendere, con argomenti capziosi e infondati, di equiparare l'archeologo subacqueo (e altri professionisti che operano in immersione) al sommozzatore in servizio nei porti, una figura per la quale esiste una normativa apposita (decreto del Ministero della Marina del 13/1/1979 e successiva modificazione del 2/2/1982) e che nulla ha a che vedere con l'archeologia o altre attività subacquee. Nessuna legge in Italia prescrive, tranne che per questo ben individuato profilo professionale, l'obbligo di un brevetto da sommozzatore professionista. Ecco perché legittimazioni del genere sono contrarie, oltre che al buon senso, anche alle norme vigenti.

Non vogliamo annoiare ulteriormente i Lettori con argomenti già trattati; diamo perciò infine la notizia: lo stesso Dipartimento della Regione Lazio, con Determinazione Dirigenziale del 7 dicembre 2001, n. 1315, ha comunicato (prot. 11576 del 20/12/2001) che «…l'ordinamento didattico del corso di specializzazione post-laurea per "Archeologo subacqueo" è stato sostituito con quello per "Esperto in tecniche subacquee per l'archeologia"».

In base alla legge 845 del 1978, rientra certamente tra le competenze delle Regioni la formazione professionale (non invece l'istruzione universitaria e post-universitaria); che questi organismi se ne occupino in modi impropri è invece pericoloso. In questo caso è doveroso un riconoscimento ai responsabili della Regione Lazio, i quali, recependo le osservazioni dell'A.I.A.Sub., hanno saggiamente corretto (anche se solo in parte) l'originaria imprudenza. Ora è però il momento di fare un passo in più, affrontando la questione alla radice.

Il lavoro archeologico subacqueo necessita di tecnici in grado di svolgere attività operative qualificate e complesse, idonei in sostanza a collaborare con gli archeologi subacquei (non certo a sostituirsi ad essi). Un giovane che intendesse oggi avviarsi a questa professione non troverebbe tuttavia un profilo professionale istituzionalmente riconosciuto di "operatore tecnico", né qualsivoglia regolamentazione, né tantomeno una scuola di formazione idonea a prepararlo. Troverebbe invece molti soggetti privati che, facendo leva sull'assenza di riferimenti normativi, tentano di accreditarsi come formatori, proponendogli attività "didattiche" in cui l'aggettivo professionale è quasi sempre sbandierato a sproposito. Gli intenti di queste imprese sono chiaramente di natura commerciale o promozionale; gli obiettivi "formativi" sono invece assai spesso di fantasia, come dimostrano le macroscopiche differenze nella durata dei corsi, la casualità delle materie impartite, l'inevitabile disomogeneità dei programmi, la dubbia o nulla professionalità dei docenti (vd. L'archeologo subacqueo 20, pp. 1-3). Corsi destinati, in pratica, allo svago e al turismo.

Se un organismo regionale ha deciso di istituire ufficialmente la figura professionale dell'operatore tecnico per l'archeologia subacquea, ne prendiamo atto con soddisfazione. A patto però che vengano stabiliti, e fatti rispettare, dei programmi congrui e ben definiti, preliminarmente concordati con gli archeologi subacquei, che sono i professionisti del settore e gli utenti finali del lavoro dei tecnici. Corsi, insomma, in grado di rilasciare una qualifica finalmente ufficiale; con un percorso serio e rigoroso, idoneo a formare un professionista, che soddisfi la pur limitata domanda attuale e contribuisca a creare nuove occasioni di lavoro. Si fissino dunque dei parametri pubblici: le scuole che vorranno uniformarsi potranno essere autorizzate ad attuarli, a patto che dimostrino inoppugnabilmente di averne le competenze e le capacità. Altrimenti, perché consentire ad un buona scuola subacquea di trasformarsi in una cattiva (e inutile) scuola per l'archeologia subacquea?

E.F. (enrico felici) - (aprile 2002)

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Roma: ulteriore contributo della Scuola Marco Polo (aprile 2002)

SCUOLA PROFESSIONALE DI IMMERSIONE SUBACQUEA "MARCO POLO" (fondata nel 1959)

RETTIFICA DI NOTIZIA NON VERA

In riferimento a quanto pubblicato sul sito internet Archeosub.it (Archeoforum punto 9) dal titolo CONTRIBUTI. Abbiamo ricevuto dal Dott. Enrico Felici la seguente comunicazione:...omissis...Ad arricchimento del già cospicuo "forum" sui cosiddetti corsi per "archeologo subacqueo" ritengo opportuno fornire un aggiornamento-precisazione. Con determinazione Dirigenziale del 7 dicembre 2001, n. 1315, la Regione Lazio….omissis…… ha sostituito l'ordinamento didattico del corso per "archeologo subacqueo" con quello di "esperto in tecniche subacquee per l'archeologia". E' evidente che la R.Lazio abbia infine recepito le perplessità espresse dall'AIA Sub in merito, peraltro fondate sulla semplice osservazione delle norme vigenti nel settore, riconoscendo l'impossibilità per chicchessia di conferire la qualifica di archeologo al di fuori degli ordinamenti universitari. Ritengo pertanto che gli argomenti al riguardo ospitati sul sito siano ormai superati o comunque so-stanzialmente modificati da tale nuova circostanza.

Premesso che tale determinazione Dirigenziale è stata formalizzata dall'Ente Regionale alla Scuola Marco Polo soltanto in data 13 gennaio 2002, ai fini di una corretta e disinteressata informazione, si precisa quanto segue:

a) - tali asserzioni costituiscono una tale voluta, ipocrita deformazione dei fatti che dimostra, ancora una volta, la perfetta ignoranza e/o malevolenza nei confronti dell'opera formativa altamente specializzata svolta dalla Scuola Marco Polo fin dal 1959,anno della sua istituzione, che non lede soltanto l'immagine professionale della Scuola stessa, ma anche e soprattutto gli interessi di tutta la categoria degli archeologi "subacquei", nei confronti della quale si continua pervicacemente a "fornire" una travisazione dei fatti tanto falsa quanto fuorviante;

b) - si ritiene che un'opera così scientemente disinformativa posta in essere dall'AIA Sub, che ha il "pregio" di distorcere la realtà dei fatti e di ingenerare ambiguità o dubbio, lungi dal voler tutelare gli interessi della categoria degli archeologi subacquei, su fatti incontrovertibili e su iniziative formative uniche al mondo che, mentre da parte della Scuola Marco Polo e della Regione Lazio si rifanno alla legislazione vigente, di converso da parte dell'AlA Sub e del suo Segretario si ispirano soltanto a roboanti enunciazioni personali prive del benchè minimo fondamento giuridico di diritto e/o di fatto e di riscontro oggettivo dei fatti.

All'uopo si precisa ulteriormente che:

1) - l'Ufficio Programmi della Regione Lazio - Assessorato Scuola, Formazione e Politiche per il Lavoro, pur prendendo atto delle mozioni (telefoniche e verbali) avanzate dall'AIA Sub, HA RICONFERMATO il proprio pieno diritto legale di istituzione del corso rivolto alla categoria degli archeologi da specializzare nel settore subacqueo professionale, già chiaramente e-spresso con propria nota di risposta all'AIA Sub del 14.12.2000, prot.n. 19521, rigettando "in toto" le riserve avanzate dall'AIA Sub stessa e non ha MAI inteso e non ha MAI sostituito l'ordinamento didattico del corso per "archeo-logo subacqueo" come, invece, erroneamente affermato dal Segretario dell'AlA Sub attraverso la propalazione di NOTIZIA NON VERA.

2) - tale Ufficio Regionale ha soltanto inteso, di concerto con i responsabili didattici della Scuola Marco Polo, rettificare "in forma più aggiornata" la denominazione di tale qualifica professionale con quella più rispondente alle attuali realtà di una categoria di lavoratori, peraltro, "non riconosciuta" e che non potesse ingenerare "confusione" di interpretazione, confermando ap-pieno sia il proprio parere e la propria liceità giuridico/legale sia la congruità dei Programmi Didattici che tutto quant'altro era già stato oggetto di valutazione di merito e di successiva, rego-lare determinazione di Giunta Regionale, già rilasciata alla Scuo-la Marco Polo, in ossequio alle vigenti leggi nazionali e regionali di attuazione.

 

I competenti Uffici Regionali del Lazio, infatti:

a) - considerato che finanche la figura giuridica dell'archeolo-go terrestre attiene a quella attualmente nè "riconosciuta" e né "regolamentata" dalla legislazione vigente;

b) - preso atto che tale figura vanta SOLTANTO una pseudo compe-tenza di carattere subacqueo certificata da brevetti sportivi rilasciati da organizzazioni amatoriali/dilettantistiche;

c) - confermando la competenza scientifica, peraltro mai disconosciuta, alle varie Università che svolgono corsi, si ricordi, soltanto a "indiriz-zo" archeologico, ma che non possono rilasciare titoli di qualifica professionale subacquea così come previsti, invece, dall'art. 117 della Costituzione che demanda la potestà legislati-va in materia di formazione e specializzazione professionale al-le Regioni italiane, attraverso l'attuazione della Legge Quadro n.845/78;

d) - riconoscendo la macroscopica mancanza di quella necessaria professionalità subacquea che deve soprassedere FONDAMENTALMENTE alla sicurezza, anche e non solo dei sommozzatori professionisti, O.T.S., ma anche della figura dell'archeologo subacqueo (cambiano soltanto le motivazioni professionali e gli strumenti d'uso, ma il rischio di incolumità fisica riguarda CHIUNQUE si immerga nell'idrospazio) da doversi dotare di quelle necessarie e indiscusse competenze professionali subacquee che soltanto lo Stato (le Re-gioni italiane, nella fattispecie) possono garantire, anche e non solo in ossequio alla normativa vigente sul lavoro e sui lavora-tori (e tali sono anche gli archeologi "subacquei") ma anche nei confronti delle prescrizioni sancite dal cpp (art.348) in materia di "esercizio abusivo" di una professione (subacquea, nella fattispecie) per la quale è richiesta "una spe-ciale abilitazione" dello Stato (la qualifica professionale, per l'appunto, conseguita in ottemperanza della L.Q..n.845/78) e ritenuta indispensabile dallo Stato (Regione Lazio, per l'appunto) per l'espletamento della professione subacquea;

e) - confermando la piena congruità e "attualizzazione" dei Programmi e delle materie di istruzione teorico/pratiche della Scuola Marco Polo, in uno con gli orari per singola materia già avallati con propria determinazione n.228 del 4 maggio 2000 e pari, sempre, a 600 ore totali;

f) - mantenendo inalterate le modalità di iscrizione, la selezione medica e i titoli di ammissione quali quelli già oggetto della suddetta determinazione regionale;

g) - considerando improcrastinabile la necessità che la figura dell'archeologo subacqueo debba essere in possesso di precise conoscenze tecniche,competenze e metodiche applicative finalizzate sia alla prevenzione del rischio connesso con l'espletamento dell'attività subacquea (industriale o archeologica che differenza fa?) specifica che alla gestione e impostazio-ne di un cantiere subacqueo, in uno con l'applicazione di tutte quelle norme prevenzionali antinfortunistiche sancite dalle leggi vigenti e che non sembrano rientrare nelle "competenze istituzionali" di carattere subacqueo, si ripete, sia delle Università che, peggio ancora, di organizzazioni amatoriali/ricreative finanche affiliate al CONI;

h) - ritenendo ininfluenti, prive di legittimità e/o spendibilità sul mercato del lavoro il possesso di qualunque attestazione ama-toriale/sportivo subacquea attualmente in possesso di tale figura di lavoratore altamente specializzato,ma soltanto per la dimen-sione "terrestre":;

i) - avendo inteso ricomprendere le competenze di tale categoria di lavoratori subacquei,anche e soprattutto attraverso una dizione categoriale più aderente alla realtà oggettiva dei fatti;

HA ATTUALIZZATO

la figura dell'Archeologo Subacqueo, che poteva lasciar spazio ad interpretazioni circa la sua istituzione categoriale (subacquea) disciplinabile SOLTANTO attraverso il possesso di precisi titoli di qualifica (così come prescritto dalla L.Q.n.845/78) con quella meglio individuata nell'ESPERTO IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA riconfermando, ove ve ne fosse stato mai bisogno,l'attuale incompetenza dell'archeologo terrestre in materia subacquea (NON ESPERTO) con quella, per l'appunto, di competente (ESPERTO) IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA attualizzando, per l'appunto, la "vetusta" e superata figura categoriale dell'archeologo subacqueo (peraltro MAI riconosciuta dal punto di vista giuridico).

Da quanto sopra espresso,pertanto,appare fin troppo chiaramente la volontà applicativo/aggiornativa dei competenti Uffici Regio-nali del Lazio,in perfetta simbiosi di intenti con i responsabili didattici della Scuola Marco Polo e in perfetta ottemperanza delle disposizioni legislative attualmente in vigore sul Territorio nazionale.

La rettifica della SOLA denominazione della figura categoriale infatti,non modifica affatto la sostanza programmatica, ma soltanto la dizione di tale categoria lavorativa,ferme restando la necessità e la improcrastinabilità di dotare tale figura altamente specializzata (soltanto di carattere terrestre) di quelle competenze (ESPERTO) subacquee irrintracciabili nei programmi di istruzione sportivo/amatoriale e/o universitarie poiché esulanti dalle loro competenze; (non risulta che la materia subacquea rientri tra le materie codificate dal MURST) ma che devono obbligatoriamente soprassedere alla sicurezza e all'espletamento legale di un'attività (subacquea) dal riconosciuto ed elevato indice di pericolosità, così come sancito dalla legislazione vigente e, in particola-re, dai DD.LL.vi nn.626/94 e 494/96.

Infine si porta a conoscenza che i Programmi di istruzione teori-co/pratici studiati ed avallati dalla Regione Lazio per il conseguimento di qualifica della categoria degli archeologi da specializzare in subacquei fin dall'anno 2000,oggetto di passate critiche astruse e prive di obbiettivi riscontri, non sono stati MAI posti in dubbio e/o oggetto del benché minimo studio e/o modifica di contenuti e/o di aggiornamento da parte dell'Ente Regionale stesso, così come erroneamente (senza doverosa perizia preliminare e nè obbiettivo riscontro dei fatti) comunicato dal Segretario dell'AIA Sub e dal sito archeosub.it che, con palese frenesia e altrettanto puerile trionfalismo, avrebbe lamentato una pseudo mancanza di rimessa dei suddetti programmi modificati (sic) che sarebbe dovuta avvenire a cura della Scuola.

Si rammenta che il Programma di istruzione teorico/pratico del corso per archeologi subacquei, oggi meglio ricompresi nella categoria degli ESPERTI IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA (assunzione di precisa competenza professionale subacquea,di cui attualmente non è dotata tale categoria) è tutt'ora disponibile (senza tagli e/o correzioni e/o modifiche di sorta) sul sito internet della Scuola stessa e di cui, si ritiene, sarebbe opportuno darne la più ampia diffusione possibile favorendo, in tal modo, un'obbiettiva informazione a TUTTA la categoria di archeologi (aspiranti subacquei) e perché non venga ancora "confuso" (per ignoranza e/o malafede, o peggio ancora per manifesta incompetenza delle realtà oggettive del settore professionale subacqueo),purtroppo già ampiamente di-mostrata, in un recente passato, sia dal Presidente dell'AIA che dal suo solerte Segretario.

Da non confondere con quello predisposto e attuato fin dal 1959 e riservato alla categoria professionale de-gli Operatori Tecnici Subacquei e non più "sommozzatori professionisti" dimostrando, ancora una volta, la più totale disinformazione per la materia di cui trattasi ove si consideri che tale categoria è stata aggiornata fin dal lontano 1982 da precise disposizioni legislative indicate nel D.M. (De-creto Ministeriale) della Marina Mercantile 02.02.1982, G.U.n.65 del 8.03.1982.

Tale categoria di lavoratori, per opportuna conoscenza degli "ignoranti", espleta la propria opera altamente specializzata ed apprezzata nella stra-grande maggioranza dei cantieri subacquei del mondo del settore industriale/petrolifero e non già nel settore scientifico/archeologico, né tantomeno "idraulico" (sic)!!! contribuendo non poco al benessere della collettività. e a cui deve essere riservata la migliore riconoscenza sociale ed umana.

Misteriosa "confusione".....ma forse neppure poi tanto "misterio-sa"(sic)!

Nei confronti della categoria degli archeologi subacquei, per le considerazioni categoriali sopra espresse, unitamente ai Funziona-ri Responsabili della Regione Lazio,si è ragionato alla medesima stregua aggiornativa della "superata" categoria dei "sommozzatori professionisti",con quella attualizzata degli Operatori Tecnici Subacquei.

Prendendo atto dell'attuale incompetenza subacquea e i rischi di incolumità fisica a cui era esposta (ed è attualmente) TUTTA la categoria degli "archeologi subacquei", intendendo colmarla attraverso il conseguimento di quei titoli professionali subac-quei che SOLI possono permettere di espletare un'attività lavora-tiva ad elevato indice di pericolosità (così come,peraltro, san-cito chiaramente dalla L.Q.n.845/78, dal D.L.vo n.626/94 e dal D.L.vo n.494/96),attualizzando la figura dell'ARCHELOGO SUBACQUEO con quella più rispondente e riferita alla mancanza di COMPETENZA SUBACQUEA da colmarsi attraverso la figura dell'ESPERTO IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'ARCHEOLOGIA!

Comunque,al solo fine di intendere pacificamente colmare tale ma-croscopica e riconosciuta incompetenza di carattere subacqueo la difesa della quale,seppur espressa nella migliore delle buone fedi,ha già meritato l'interessamento della Procura della Repubbli-ca di Roma per l'accertamento di quei reati penali ascrivibili ai rappresentanti legali di un'Associazione "non riconosciuta" (l'AIA Sub) e che rappresenta soltanto la tutela degli interessi categoriali di un ridotta cerchia di "archeologi", per alcune considerazioni personali prive di fondamento e che stigmatizzano soltanto chi le proferisce con palese vanagloria, la Scuola stessa ha predisposto la frequenza completamente gratuita al prossimo corso per ESPERTO (competente) IN TECNICHE SUBACQUEE PER L'AR-CHEOLOGIA riservata, esclusivamente, al Presidente e al Segretario dell'AlA Sub.

Fornendo così, anche al Presidente e al Segretario dell'AIA Sub, fors'anche altamente specializzati in lavorazioni archeologiche terrestri, la possibilità concreta di assumere, finalmente, quella competenza di carattere professionale subacqueo a tutt'oggi loro sconosciuta che li vede, tra l'altro, confondere la categoria degli O.T.S. con quella degli "Archeologi Subacquei", attraverso il conseguimento di quei titoli professionali subacquei prescritti dalla vigente legislazione, a cui la Regione Lazio ha dato attuazione, riconfermando il proprio diritto giuridico in virtù dell'art.117 della Costituzione che non demanda certo tale formazione subacquea alle Università..

 

Concludendo ci si chiede:

- Perché nei confronti dei tanti corsi, corsetti e campi scuola di carattere archeologico subacqueo amatoriale/sportivo posti in essere dalle più disparate organizzazioni, al cui termine dei corsi viene rilasciata una semplice attestazione di carattere privatistico, senza alcun valore giuridico, non vengono espresse critiche e/o ostracismi di sorta, da parte dell'AIA Sub, per tutelare la propria categoria?

A meno che quanto asserito dalla neo laureata ad indirizzo archeologico e di cui al p.7 di archeoforum non faccia riflettere che……omissis…… il prezzo minimo chiesto per ogni corso/campo scuola è ALMENO di £ 2000.000 (duemilioni) quando lo scavo subacqueo dovrebbe essere un nostro diritto di studenti e non una concessione a pagamento! Se poi la mettiamo che tutto gira intorno ai soldi allora……(sic)!!!!!

Per non lasciar adito ad ulteriori, diverse interpretazioni si conferma che:

a) &endash; alle Università compete, nella fattispecie, SOLTANTO il rilascio della Laurea in Lettere ad indirizzo archeologico, ma non compete la formazione professionale, men che mai subacquea, così come si evince dalle normative del MURST ;

b) alle Regioni compete la formazione professionale in base all'art.117 della Costituzione, quale quella, per esempio, formalizzata di Esperto in Tecniche Subacquee per l'Archeologia;

c) la Scuola, così come ampiamente espresso e dimostrato, non ha mai inteso sostituirsi alle Università nella formazione degli archeologi ma, soltanto, formarli dal punto di vista subacqueo, tant'è che il corso è riservato, esclusivamente, ai possessori del titolo di Laurea (di competenza universitaria, appunto) da rendere, però, competenti (ESPERTO) nel settore professionale subacqueo.

Tuttociò è sempre stato chiaramente affermato, si ritiene in un italiano comprensibilissimo, dalla Scuola ma spesso, purtroppo molto spesso, misteriosamente frainteso e da persone che la lingua italiana (scritta) dovrebbero ben comprendere in virtù dei propri titoli accademici.

E' per questo che ci si chiede: IGNORANZA O MALAFEDE?

Si chiede l'immediata rettifica ai sensi di legge mediante l'inserimento integrale e senza commenti del presente testo chiarificativo sul sito internet archeosub.it., con riserva delle azioni legali del caso per i danni già patiti dalla Scuola e di quelli futuri comunque connessi a. tale NUOVA ingiusta propalazione di NOTIZIA NON VERA a firma del Dott Felici (Segretario dell'AIA Sub).

Il Legale Rappresentante

(Armando Conte)


aggiornamento del 5 gennaio 2003

 

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