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NEWS 99-12

I fatti e gli avvenimenti inseriti a Dicembre 1999

Per segnalazioni e commenti: venezia @ archeosub.it, per informazioni info@archeosub.it

 

CAORLE (VE) - Ulteriori ritrovamenti di resti di imbarcazione di età romana (31-12-99)

Al largo di Caorle, più precisamente in località Duna Verde, continuano i ritrovamenti di reperti che farebbero pensare alla presenza di un relitto che i ricercatori locali sono convinti esista realmente.

In tale località sono state recuperate delle ceramiche, frammenti di anfore e delle parti lignee che confermerebbero tale ipotesi. Successive immersioni, non hanno dato esito positivo.

L'attuale ritrovamento nei pressi della diga foranea di un'ordinata con ancora presenti dei chiodi in legno ha alimentato nuovamente l'ipotesi della presenza del relitto che si ritenga essere di epoca romana.

 

 

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PORTOGALLO - Nuovo sito paleolitico con graffiti in grotta (27-12-99)

In Portogallo, nella parte settentrionale, vicino al confine con la Spagna nella valle di Foz Coa è stato scoperto un sito paleolitico che risale a 25000 anni fa dopo l'abbassamento di sei metri del livello del fiume Coa che ostruiva dell'ingresso della grotta.

Il quotidiano Repubblica che riporta il fatto non riferisce se la scoperta sia stata fatta da subacquei che siano entrati nella grotta attraverso un sifone o che la stessa fosse parzialmente allagata.

All'interno sono stati rinvenuti "delle dimore paleolitiche, strumenti in selce e graffiti rupestri "che gli archeologi portoghesi hanno definiti "splendidi" e che hanno spinto il direttore del parco archeologico di Foz Coa Martinho Baptista e il presidente dell'Associazione Europea di Archeologia W. Williems a dire che tali graffiti "costringeranno gli studiosi ad una rivoluzione nella concezione dell'arte rupestre"

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VENEZIA - Presentazione di ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE nn.1 e 2 (05-12-99)

Domenica 5 dicembre in occasione del 3° Salone dei beni e delle attivita' culturali, a Venezia presso il Centro Culturale Zitelle - Giudecca sono stati presentati i primi due volumi della rivista ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE.

Presenti: il Soprintendente Archeologo Luigi Malnati, il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il Presidente ABACO Carlo Giunchi, il Direttore di NAUSICAA, Luigi Fozzati, il presidente dell'ISTIAEN, Mario Marzari e l'ispettore Centrale del Ministero BB.AA.CC., Maria Luisa Rinaldi Veloccia

ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE è una Rivista semestrale di antropologia, archeologia, etnografia, storia dell'acqua

Il primo numero era già in circolazione da alcuni mesi, ma questa è stata la presentazione ufficiale.

Direttore Scientifico: Luigi Fozzati

Direttore Responsabile: Silvia Costantini

Comitato Scientifico: Guido Bressan, John Coles, Ennio Concina, Marco D'Agostino, Armando De Guio, Maurizia De Min, Andrea Drusini, Piero A. Gianfrotta, Silvestro Greco, Giovanni Leonardi, Predrag Matveievic, Xavier Nieto Prieto, Raffaele Peretto, Giovanni Pettinato, Bernard Picon, Patrice Pomey, Emma Rabino Massa, Eric Rieth, Patricia Sibella, Giuliano Volpe

Comitato di Redazione: Carlo Beltrame, Marco Bortoletto, Francesca Bressan, Flavio Cafiero, Rossella Cester, Silvia Costantini, Dario Gaddi, Alberto Lezziero, Stefano Medas, Claudia Pizzinato, Maria Luisa Stoppioni, Francesca Zannovello

ABACO Edizioni, via Gramsci 47, 47100 Forlì - tel. 0543.404405 - fax 0543.404314 e-mail: ADA@abaco-mac.it


Anno I - Numero 1 - gennaio/giugno 1999: prefazione

 

Prefazione al n. 1: Il nuovo millennio si annuncia con scenari forse ancora sconosciuti all'umanità. Un ruolo da protagonista è assegnato all'acqua: non solo come elemento indispensabile per la vita del pianeta, ma anche come fonte inesauribile di energia. In altre parole l'acqua del terzo millennio dopo Cristo è quanto mai risorsa strategica: la vita, lo sviluppo, il futuro dipenderanno maggiormente dalla quantità e qualità delle acque. Se la storia dell'Uomo sulla Terra ha inevitabilmente quanto direttamente coinvolto l'acqua, prima con un lungo, complesso e forse non esaurito processo di domesticazione, poi con un molteplice utilizzo come vettore di progresso tecnologico, appare oggi giustificato cominciare a interrogarsi sulla portata storica dell'acqua. La storia dell'acqua diventa un bilancio antropologico, archeologico, etnologico, ecostorico dell'elemento fondamentale della presenza dell'Uomo sulla Terra. La chiave di lettura di questa nuova testata a periodicità semestrale interamente dedicata al mondo dell'acqua e delle acque. Il giornale di tutto ciò che fa acqua' ospita saggi, raccolti e pubblicati con criterio monografico, che riguardano tutti i campi che vedono l'acqua come protagonista nella storia dell'uomo: l'archeologia subacquea, con lo studio dei siti sommersi e semisommersi in mari, fiumi, laghi, lagune e ipogei; l'archeologia umida, che si occupa di ricerca in ambiti perimarini, perifluviali, perilacustri, perilagunari in aree glaciali e periglaciali; l'antropologia delle popolazioni insulari, arcipelagiche e rivierasche; l'etnologia e l'etnografia con usi e costumi, tradizioni e leggende, feste popolari e religione di chi vive a contatto con qualunque tipo di acqua; storia dell'acqua; tecnologia (storia della navigazione e tecniche di permanenza dell'uomo sott'acqua), agricoltura (irrigazione e bonifica), idrologia applicata (difesa dei litorali, messa in sicurezza idrogeologica del territorio, costruzione di dighe e ponti), economia (pesca, acquacoltura, turismo, industria balneare, termalismo) medicina. Particolare attenzione sarà riservata ai metodi e alle tecniche di ricerca in ambiente acqueo e umido. Questo profilo d'indagine tende a tracciare un bilancio antropologico dell'acqua nella storia dell'Uomo. Un bilancio insegna sempre qualcosa, è didattico per definizione, impartisce una lezione: la popolazione mondiale del terzo millennio dovrà tenerne conto per sopravvivere e vivere meglio. Qui risiede il fine sociale di quei ricercatori che troveranno spazio opportuno nella rivista; qui trova giustificazione l'impegno sociale della scienza. Se la nuova rivista riuscirà a onorare questo importante compito, fornendo il proprio contributo per un migliore rapporto tra l'Uomo e l'acqua, avrà raggiunto l'obiettivo che ci siamo proposti.

Luigi Fozzati

 

VOL. 1) VENEZIA: CITTA' E LAGUNA - INDICE


 

Anno I - Numero 2 - luglio/dicembre 1999: Archeologia delle Acque

numero monografico sull' Archeologia Navale --- (numero 2, a cura di Marco D'Agostino)

VOL.2) ARCHEOLOGIA NAVALE - INDICE

Notiziario:

Notizie nazionali e internazionali

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VENEZIA - Il restauro del Mare: recupero e conservazione del legno

Sabato 4 dicembre in occasione del 3° Salone dei beni e delle attivita' culturali, a Venezia presso il Centro Culturale Zitelle - Giudecca a cura del Club Arkè - European Network for the study and promotion of underwater archaeological wood di è tenuta una tavola rotonda sul tema: Il restauro del mare: recupero e conservazione del legno.

Coordinatore Luigi Fozzati, Direttore di NAUSICAA, Nucleo Archeologia Umida Subacquea Centro Alto Adriatico.

Hanno partecipato: Patrice Pomey, Direttore di Ricerca del CNRS Centre Camille Jullian, Aix en Provence, Francia; Khoi Tran CEA Ingegnere ricercatore, Atélier Régional de Conservation Nucléart, Grenoble, Francia; Nicoletta Martinelli, Archeologa, Dendrodata S.a.s., Verona; Maria Pia Contento, Trade srl Udine; Mauro Rottoli, collaboratore, laboratorio di archeobiologia, Musei Civici di Como; Mark Jones del Mary Rose Trust, Portsmouth, Gran Bretagna; Stefano Bruni, Gianna Giachi e Pasquino Pallecchi, archeologi della Soprintendenza Archeologica Toscana, Firenze; Sebastiano Tusa, Soprintendenza archeologica di Trapani, Fede Berti, Museo Archeologico Nazionale di Ferrara; Costantino Meucci, Istituto centrale del restauro, Ministero BBCCAA, Roma; Yaacov Kahanov, The Recanati Center for Maritime Studies, University of Haifa.

Gli interventi hanno avuto come tema: La produzione di materiale biotico in uno scavo umido subacqueo; I nuovi approcci nelle metodologie di restauro del legno bagnato; Le situazioni e prospettive dei laboratori di restauro del legno bagnato in Italia.

Hanno completato le relazioni l'esposizione di alcune esperienze: Le navi greche del porto antico di Marsiglia; Le navi romane del sito di San Rossore a Pisa; La conservazione del legno dell'imbarcazione "Maagan Mikhael" in Israele e del Mary Rose in Inghilterra con le problematiche dovute anche agli oggetti rinvenuti.

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VENEZIA - LOVA - COMPLESSO CERIMONIALE ANTICO DI 2000 ANNI (04-12-99)

Durante il convegno sugli orizzonti del sacro Ad Altino e nel Veneto organizzato dall'Universita' di Ca' Foscari si è parlato a lungo dei ritrovamenti di Lova e del suo complesso cerimoniale.

Il complesso è noto da tempo (i primi ritrovamenti risalgono al 1978) e si trova in un'area di trentamila metri quadrati.

La zona si trova ai margini della Laguna centrale, in terraferma, nel comune di Lova di Campagna Lupia.

La planimetria dell'area sacrale secondo quanto riportato dalle cronache

L'area archeologica di Lova

 

Si tratta di un complesso sacrale che ha fornito numeroso materiale: moltissimi bronzetti, ex voto, alcuni monili, anelli d'oro, due dei quali con iscrizioni, ceramica.

L'area è stata esaminata dalla Soprintendenza archeologica di Padova con mezzi di prospezione magnetici,non distruttivi, riuscendo a delimitare l'area interessata dai resti ed identificando due edifici costituenti un tempio su cui è stato eseguito un saggio di scavo.

Con ogni probabilità era dedicato a Reitia, una divinità paleoveneta ed era legato al culto delle acque, ma per ragioni sconosciute a metà del I sec. d.C. il complesso viene raso al suolo.

Tutta l'area di Lova è stata sede di interessanti ritrovamenti: una imbarcazione monossile, ritrovata nel 1893 e oggi conservata al museo di Storia naturale di Venezia; una necropoli romana, rinvenuta nel 1997 in Via Rovine; un villaggio dell'età del bronzo identificato in via Lova fino alla scoperta della necropoli romano-paleoveneta nel Fondo Merchiori a fine 97 ed inizio 98.

Tra i vari materiali è stata recuperata una coppa di 30 cm di diametro e 10 di altezza di un'urna cineraria dei veneti antichi (III-II secolo a.C.) con iscrizione paleoveneta

Vari materiali recuperati a Lova
La chiesa di Lugo sede del Museo
Un bronzetto recuperato a Lova

 

Nell'area sono stati poi trovati anche i resti di uno "squero" per la manutenzione delle imbarcazioni che è stato sottoposto a scavo rivelando "una struttura lignea con pali infissi verticalmente a sostegno di travi orizzontali con incastri" che rappresenta secondo gli esperti della Soprintendenza archeologica del Veneto "un tratto di alaggio per imbarcazioni lagunari di duemila anni fa" che defluivano in laguna attraverso un canale, oggi colmato ed il vicino ramo del fiume Medoaco (Brenta)

Attorno all'area sono state effettuate, recentemente, anche delle immersioni nei canali che circondano l'area, ma senza alcun risultato.

L'area è di estremo interesse e gli interrogativi aperti potrebbero trovare risposta solo con una campagna di scavo che potesse rivelarsi esaustiva. Per questo mancano ancora i fondi, ma da più parte ci si auspica un loro rapido reperimento. Restiamo fiduciosi.

Nel frattempo tutti i materiali venuti in luce durante gli scavi condotti tra il 1990 e il 1993 verranno conservati ed esposti nel nuovo museo di Campagna Lupia che è stato completato in questi giorni.

La sede sarà l'antica chiesa di S. Maria di Lugo che si trova in aperta campagna a poche centinaia di metri dalla strada Romea. La chiesa è di epoca medievale, con tracce di affreschi e conserva una torre campanaria di aspetto tardo romanico.

L'inaugurazione è già stata prevista per il prossimo 23 gennaio. Il museo osserverà il seguente orario: dal martedì alla domenica ore 9 -12. Per i gruppi superiori a 10 persone sarà possibile la visita anche di pomeriggio e tutto il giovedì.

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