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NEWS 05-01

Notizie ed avvenimenti di gennaio 2005

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  VENEZIA: presentato un progetto alternativo al MOSE per la chiusura delle bocche di porto (22-23.01.2005)

È sperimentale, graduale, reversibile, si utilizza d'inverno, quando serve, e d'estate si toglie.

Costa dieci volte meno del Mose (450 milioni di euro contro 4700 milioni), e si realizza in due anni e non in otto.

Non necessita di milioni di metri cubi di cemento, nè di migliaia di pali infissi nel fondale, nè di sbancamenti delle bocche di porto, ma solamente di spalle autoaffondanti in calcestruzzo (rimovibili), e della posa di un materasso antierosione di geotessuto.

Può. infine, fronteggiare qualsiasi innalzamento del livello medio del mare che i lidi e la costa possano reggere, semplicemente aumentando lo spessore del materasso antierosione.

E' il progetto Arca (Apparecchiature rimovibili contro l'acqua alta), l'anti Mose che è stato presentato nella Sala del Piovego di Palazzo Ducale, con interventi di Paolo Pirazzoli (ricercatore del Cnr francese) sugli scenari futuri dell'eustatismo e di George Umgiesser (Cnr Venezia) sui problemi idrodinamici.

Arca è stato ideato da Antonio Iena, la cui intuizione è stata tradotta in un progetto dal prof. Maurizio De Santis, docente di Opere Marittime all'Università di Padova e componente dello staff che ha realizzato il modello della laguna a Voltabarozzo, e dagli ingegneri Giorgio La Valle (Strutture navali) e Filippo Valenti (Relazioni tecniche), con la collaborazione di Pirazzoli e Umgiesser. La progettazione delle automazioni è della Siemens S.p.A..

«In sostanza - ha spiegato De Santis - si tratta di vere e proprie navi autoaffondanti di 120 metri, trainabii, in acciaio al carbonio». Esse andranno portate alle bocche di porto, il cui fondale dovrà essere preventivamente regolato portandolo a 9.50 metri al Lido, a 12 metri a Malamocco, a 8.50 a Chioggia, e lì verranno allineate tra di loro e incernierate su piloni che altro non sono che scafi autoaffondanti più piccoli.

In condizioni normali, le navi stanno alla fonda lasciando ad esempio al Lido tre varchi di 190 metri ciascuno, poi al crescere della marea vengono ruotate di 90 gradi grazie a due eliche intubate trasversali ciascuna, e affondate con acqua, come i sommergibili.

Una volta posate sul fondale, sul quale saranno state sagomate, le navi diverranno delle vere dighe contro la marea potendo servire per acque alte fino a 2.50 metri.

"E le eliche trasversali, pompando fuori ciascuna 30 metri cubi di acqua al secondo, possono ridurre di 6 millimetri all'ora il livello dell'acqua in laguna, tanta quanta ne è piovuta il 4 novembre del '66" ha sottolineato Pirazzoli.

«Il sistema - ha spiegato leno - consente chiusure parzializzate, a seconda dei livelli di marea». La navigazione resta garantita su tutte le bocche fino a 125 centimetri, chiudendo solo alcuni varchi, poi oltre i 125 centimetri resta garantita solo a Malamocco, mentre a 128 centimetri si chiudono tutte le bocche. «Sulla base delle statistiche di marea dal 1983 al 2002 - ha sottolineato leno - le chiusure totali sarebbero state solo 9»

Il progetto è stato presentato anche al Magistrato alle Acque. «Nessuna risposta e scarsa attenzione è venuta anche dal Comune»

(fonte: il Gazzettino)

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VENEZIA: iniziati i lavori del MOSE alla diga di S. Nicolò al Lido (10.01.2005)

Iniziati a San Nicolò i lavori sulla diga per un migliaio di metri all'estremità est dell'aeroporto.

Questa zona che subirà una notevole trasformazione. Laddove la Lipu aveva localizzato una vasta serie di nidi di fraticelli sorgeranno le prime decine di metri di un terrapieno destinato, nel suo prolungamento, a rinforzo della diga sud che in quel tratto verrà a separare la zona a mare da quella della laguna.

Non sarà un breve tratto: un chilometro abbondante e sarà realizzato con grossi massi.

(Fonte: il Gazzettino)

  

 

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