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La console di comando dei ROV

In questa seconda parte viene descritta la struttura modulare della stazione di comando dei ROV più avanzati

 

di Riccardo Bono

Ricercatore del Reparto Robotica presso l'Istituto per l'Automazione Navale di Genova del Consiglio Nazionale delle Ricerche

pubblicata su "TECNOLOGIE TRASPORTI MARE" nel numero di dicembre del 2000

per gentile concessione dell'editore e del curatore della rubrica Ing. Gianmarco Veruggio

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Nell'articolo pubblicato sul numero precedente sono stati descritti due dei componenti di un ROV: il sistema sottomarino ed il sistema di comunicazione.

Per concludere l'argomento rimane da esaminare il sistema di superficie e fare un cenno al sistema video.

Il sistema di superficie, similmente al sistema sottomarino, molto spesso viene ripartito su più calcolatori.

Questa decisione viene giustificata dal fatto che in superficie si devono svolgere due tipologie di attività, abbastanza incompatibili tra loro: da un lato devono essere svolti compiti di gestione di apparati ausiliari, quali GPS e girobussola della nave appoggio e l'eventuale sistema di posizionamento acustico del ROV (LBL o SSBL) nonché compiti di controllo della navigazione del veicolo, se non risiedono completamente nel sistema sottomarino, e dall'altro occorre provvedere all'interfaccia operatore, la cosiddetta HCI (Human Computer Interface).

I primi compiti sono preferibilmente affidati a calcolatori di processo analoghi a quelli che risiedono nel sistema sottomarino, mentre i secondi richiedono capacità di interazione con l'operatore (display grafici e unità di comando quali joystick, trackball, tastiere e mouse) che si trovano più facilmente in calcolatori general-purpose come i PC Windows o work-station di tipo Unix.

Inoltre ad un ROV possono venire collegate più interfacce operatore: le più comuni sono la console del pilota, quella dello scienziato-osservatore e quella del supervisore o system-engineer.

L'autore alla console del ROV Romeo

Ciascuna postazione è specializzata nell'acquisizione dei comandi e nella presentazione dei dati relativi ad una specifica attività.

La presenza di più HCI, a sua volta, genera il problema di raggruppare i comandi provenienti dai vari operatori, armonizzarli, verificare che non sorgano conflitti ed inviarli al sistema sottomarino; analogamente, i dati di telemetria ricevuti dal veicolo vanno distribuiti alle varie postazioni.

Questi compiti giustificano la presenza di un surface manager che si collochi come unico interlocutore con il sistema sottomarino.

Surface manager: ai compiti già descritti in precedenza (acquisizione strumenti di superficie, collezione comandi e distribuzione dati di telemetria) si aggiunge generalmente un altro importante compito: la memorizzazione (data logging) su supporto magnetico di tutti i comandi impartiti e di tutti i dati acquisiti.

L'analisi successiva di queste registrazioni può consentire di valutare l'efficienza dei controlli applicati e migliorare i parametri del controllo oppure studiare migliori tecniche di filtraggio ed integrazione dei vari sensori; può altresì identificare le cause di eventuali malfunzionamenti.

Come accennato in precedenza, il surface manager viene generalmente realizzato con calcolatori di processo analoghi a quelli utilizzati a bordo del veicolo (spesso della stessa marca e modello, per ridurre le necessità di parti di ricambio e di conoscenze sistemistiche).

Le esigenze di ingresso/uscita del surface manager sono però generalmente inferiori, non essendo necessaria una connessione diretta con i sensori e gli attuatori del veicolo: le interfacce più richieste sono le linee seriali, per acquisire e controllare gli apparati di superficie e l'interfaccia LAN per il collegamento con le HCI ed il veicolo.

L'HCI pilota è l'interfaccia fondamentale per le operazioni del veicolo in mare.

Mediante questa postazione, il pilota può conoscere lo stato del veicolo ed impartire i comandi necessari all'esecuzione della missione.

Riceve dal surface manager i dati di telemetria relativi alla navigazione del veicolo ed allo stato dell'impianto ed invia comandi di movimento e di gestione degli apparati.

Spesso la console di comando è dotata di joystick analogici, cursori, manopole e pulsanti, che consentono di impostare con facilità e continuità quelle variabili numeriche che sono necessarie alla guida del veicolo, quali orientazione della direzione del moto, velocità di avanzamento e profondità da mantenere.

Sul display vengono visualizzate una serie di finestre che presentano, in maniera grafica e facilmente valutabile, le grandezze fondamentali della navigazione: orientazione, velocità, profondità, posizione rispetto alla nave o al fondo nonché gli allarmi di malfunzionamento.

Altre finestre, generalmente apribili su richiesta, forniscono informazioni su dati importanti ma non vitali, quali consumi, stato dei vari commutatori, qualità delle comunicazioni.

Dati i progressi compiuti sia nel campo della velocità che in quello della grafica, il tipo di calcolatore più comunemente impiegato per le varie HCI è il PC laptop, spesso racchiuso in un rack che fornisce protezione e miglior utilizzabilità a bordo di una nave.

Il sistema operativo, in questo caso, può essere Windows o Unix, in quanto le velocità di interazione richieste non sono così esasperate come nei casi precedenti, mentre i programmi applicativi anche in questo caso devono essere scritti specificamente.

Esempio di schermata dell'HCI Pilota

L'HCI scienziato consente ad un operatore scientifico, che spesso è il committente della missione del ROV, di interagire con la parte esplorativa del veicolo.

Vengono presentati i dati acquisiti dai sensori scientifici presenti a bordo dell'unità sottomarina, probabilmente diversi a seconda delle missioni da compiere, accompagnati dai dati fondamentali relativi alla posizione del veicolo.

Allo scienziato vengono affidate operazioni sui sensori che gli competono e su parti di impianto quali il brandeggio di telecamere mobili, lo scatto di fotografie, l'acquisizione di campioni e l'accensione di luci.

Anche per questa HCI si utilizza normalmente un laptop, eventualmente integrato da una console per le manipolazioni più complesse.

L'HCI supervisore è dedicata al system-engineer, lo specialista del ROV che gestisce il funzionamento delle varie attività del veicolo.

Su questa HCI vengono presentati tutti i possibili dati ricevuti dalla telemetria e riguardanti le varie fasi del controllo, quali le variabili richieste dal pilota, quelle misurate dai sensori e quelle ricostruite dai filtri, tutti i parametri impostati nei vari regolatori, le parti di programma attualmente attive e quelle in stand-by. Il supervisore può intervenire modificando parametri, abilitando o inibendo parti dei controlli, accendendo o spegnendo sensori.

Questa HCI normalmente non richiede console ausiliarie, in quanto i comandi impartiti sono tutti di natura istantanea, orientati alla modifica di valori o stati.

Un sistema non direttamente connesso all'architettura di elaborazione di un ROV, ma che riveste importanza fondamentale per l'utilizzatore di un veicolo sottomarino e che può avere connessioni col sistema di elaborazione è il Sistema di trasmissione dei segnali video.

Il metodo tradizionale di inviare segnali video è prevedere nell'ombelicale del ROV uno o più cavi coassiali per la trasmissione dei segnali televisivi, in banda base od eventualmente modulati e amplificati nel caso di distanze elevate.

Il sistema è relativamente semplice ma, poiché la trasmissione è di tipo analogico, risulta notevolmente delicato per quanto riguarda la taratura, che va effettuata sul cavo specifico che verrà utilizzato, e il filtraggio dei disturbi elettromagnetici.

Per questo motivo si stanno diffondendo tecniche di codifica digitale e trasmissione in formato numerico delle immagini su fibra ottica, che è intrinsecamente immune ai disturbi elettromagnetici.

In questo caso, il problema di trasmettere più segnali video si semplifica notevolmente (anche se per ora a fronte di un aumento dei costi), in quanto i multiplexer di interfaccia dei cavi in fibra ottica possono trasmettere contemporaneamente vari tipi di segnali digitali.

Per esempio il sistema di comunicazione di Romeo, il prototipo del CNR-JAN è in grado di acquisire localmente (nel veicolo) le immagini di 4 telecamere, trasformarle in segnali numerici ed inviarle lungo la stessa fibra ottica utilizzata per le comunicazioni della rete locale LAN e per le linee seriali che collegano i vari calcolatori ed apparati strumentali. Questa tecnologia è ormai prossima ad una utilizzazione diffusa anche su sistemi a basso costo, grazie alla progressiva diffusione di sistemi audiovisivi digitali (televisioni via satellite, telecamere DV, dischi DVD).

Il quadro d'insieme è indubbiamente complesso e certamente non sono molti i ROV che possono sfoderare un'architettura così sofisticata.

Si tratta prevalentemente di prototipi da ricerca ed anche in questi non tutte le potenzialità di una tale architettura sono state ancora esplorate.

E evidente però che non si può pensare di costruire robot, cioè macchine intelligenti, senza dotarli di un cervello "complesso", anche se ancora ben lontano dalla complessità funzionale di un pesce.

  

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