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NEWS 02-10

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PERU': rovine preincaiche nel lago di Titicaca (30.10.2002)

Scalinate, rampe e mura costruite con pietre a incastro sono state scoperte fra i due e gli otto metri, sul lato orientale del lago Titicaca, sulle Ande alla frontiera fra Perù e Bolivia, a oltre 3.800 metri di altitudine da archeologi subacquei sotto la superficie del Lago: secondo l'oceanografo, Gustavo Villavicencio, sono ruderi di edifici costruiti in epoca precedente la conquista e la dominazione degli Inca sul Perù e si tratta molto probabilmente, di un sito sacrificale dedicato alle antiche divinità del lago sacro.

Notizia inviataci da Carlos J.Mey della Fondazione Albenga, in Argentina

Reuters, 30 de Octubre del 2002, 21:52 BST - Por Mónica Vargas, Lima, Perú.

Buzos Peruanos han encontrado escaleras, rampas y paredes pre-Incaicas bajo las aguas del Lago Titicaca, pero los expertos dicen que este descubrimiento no son las ruinas de alguna ciudad legendaria. "Los restos fueron encontrados a una profundidad de entre 2 y 8 metros en el lado Este del Lago... Estan construídos con rocas trabadas entre sí", dijo a Reuters Gustavo Villavicencio, miembro de la expedición e ingeniero oceánico.

El lago Titicaca, una gran extensión de agua azul brillante arriba en los Andes, a un altitud de 3.823 metros, es compartido por Perú y Bolivia. El lago navegable más alto del mundo, atrae cantidades de visitantes cada año para ver sus islas flotantes, nativos que hablan Aymará y ruinas Incas.

De acuerdo a la tradición, el dios Sol inca, Manco Capac y su hermana, Mama Ocllo, salieron del lago Titicaca para fundar la ciudad de Cusco y la dinastía Inca que tuvo bajo su poder una gran parte de Sud América, desde Colombia a Chile y Argentina por más de tres siglos, hasta la conquista española en el siglo XVI.

Pero Villavicencio dice que los descubrimientos - hechos en las dos semanas pasadas por un grupo de buzos de la Armada Peruana y expertos oceanográficos - no fueron los vestigios de un mundo perdido bajo las aguas.

"Hay estudios que muestran lo que fué el lago antes... unos 20 a 30 metros más bajo, y allí es donde los antiguos Peruanos construyeron", dijo. Los buzos también hallaron una plataforma de piedra sobre la cual se recobraron fragmentos de cerámicas y trozos de hueso de llama. "Todo sugiere que era un lugar donde se hacían ofrecimientos, un sitio sagrado", dijo Villavicencio.

Los arqueólogos consultados por la expedición dijeron que podrían ser restos de la cultura Tiahuanaco, que floreció el los siglos IX y X y eran reconocidos por sus trabajos en piedra.

El grupo encontró lo que llamaron "Piedra misteriosa" saliendo unos 3 metros del centro del lago, que mide unos 20 metros de lado. Se encontró allí una estatua en piedra con forma de llama, a la cual los exploradores le dieron ése nombre luego de ver cómo los rayos siempre la alcanzaban durante las tormentas.

La expedición también localizo los restos del primer barco de hierro que navegó el Titicaca en al siglo XIX, que se hundió bajo sus frías aguas cerca de las islas turísticas de Taquile y Amantani.

Carlos J.Mey - Fundación Albenga

E-mail: meycarlos@fibertel.com.ar ; carlosmey@fundacionalbenga.org.ar ; www.fundacionalbenga.org.ar

 

 

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VENEZIA: recuperata dal fondo del Canal Salso una Caorlina (tipica imbarcazione veneziana) (29.10.2002 - Gazzettino di Venezia)

E' stata recuperata dai Vigili del fuoco una Caolina, definita anche "Batelon", che era stata prematuramente affondata nel canal Salso per fine di onorato servizio.

La sorte le riserva altra fine. Portata nel Cantiere di Gianfranco Vianello, presso il Consorzio della Cantieristica minore, alla Giudecca, sarà restaurata completamente.

Le sue dimensioni sono 11,50 metri di lunghezza per 2,50 di larghezza con una portata di 8 tonnellate.

La richiesta del recupero è venuta dal Museo civico della Navigazione fluviale di Basttaglia Terme dove troverà ospitalità al termine del restauro.

Prime dell'intervento l'imbarcazione sarà fotografata, sarà rilevato tutto lo scafo e se ne trarranno i piani di costruzione. Successivamente verrà riarmata sia a vela che a remi e rinavigherà nel calale fino ad arrivare per vie fluviali al Museo.

 

 

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LIO PICCOLO (VE) - Laguna Nord: è una cisterna il manufatto sommerso d'epoca romana (22.10.2002)

Il manufatto sommerso scoperto nel 1999 davanti all'abitato di Lio Piccolo, nella Laguna Nord è una cisterna d'acqua dolce.

Il manufatto d'epoca romana, un edificio senza porte e senza finestre si presentava come una stanza senza aperture verso l'esterno, costruita con i tipici mattoni romani sesquipedali. Tanto è vero che si riteneva che si trattasse di resti appartenenti a una villa rustica romana.

I rilievi effettuati, in questi ultimi mesi, hanno permesso di accreditare questo ambiente (dieci metri per otto) con pareti conservatesi in elevato, quasi due metri come un pozzo-cisterna, per la raccolta, depurazione e conservazione d'acqua dolce di età romana (I-II secolo d,C,).

Marco d'Agostino, archeologo subacqueo del Consorzio Venezia Nuova, ci spiega che non siamo di fronte a una semplice cisterna ma a un paleopozzo alla veneziana. I romani, davanti all'impossibilità di scavare un pozzo in un luogo coperto da acque hanno costruito questo manufatto in modo che l'acqua piovana vi defluisse all'interno fino in fondo (il piano del fondo è leggermente inclinato in modo da favorire il deflusso) filtrando attraversi materiali sciolti (il fondo è ancora cosparso di ciottoli arrotondati e di sabbia) che facessero da filtro per poi essere prelevata tramite un comune pozzo collocato non al centro della cisterna ma in prossimità ddi una parete.

Una struttura così importante di raccolta di acque meteoriche doveva essere destinata a servire una comunità, ed infatti sono state trovate a quote più profonde le fondazioni di vari ambienti ormai crollati e distrutti, su cui oggi non si può possibile dire molto e a fianco si è rilevata una struttura lunga e stretta in calcestruzzo romano, che sembra un molo, sottofondato con pali. La struttura in mattoni della cisterna è, al contrario, priva di fondazioni, e poggia direttamente su uno strato molto resistente d'argilla

Sembrerebbe, dunque, che i veneziani avrebbero elaborato le loro cisterne con le caratteristiche vere da pozzo partendo da una soluzione introdotta in laguna già dai romani.

Entro ottobre avrà termine il restauro, il primo intervento in acqua salata condotto nella Laguna di Venezia, su un edificio d'epoca romana.

La sezione di un "pozzo" di Venezia

Disegno tratto da ArcheoVenezia - dic. 1995 - trimestrale dell'Archeoclub d'Italia sede di Venezia

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LIPARI (ISOLE EOLIE): catalogati i reperti che si trovano in fondo al mare (20.10.2002)

Finalmente, pur se in parte, una mappa aggiornata sui beni e sui relitti che giacciono sui fondali delle Isole Eolie

Utilizzando la stesura di un precedente inventario che si trovava al museo archeologico di Lipari i carabinieri hanno fatto un catalogo aggiornato dei reperti che si troverebbero sulle navi greche, romane, affondate in questo tratto di mare.

E' un modo come un altro per cercare di impedire ai tombaroli di continuare a depredare questi tratti di mare dove giacciono relitti molto importanti come quello di Capistello, a Lipari, o i relitti di Filicudi o quelli di Panarea alcuni dei quali si trovano adagiati a poche decine di metri di profondità.

Il problema che rimane, è come assicurare un controllo sistematico per dodici mesi l'anno in questo vasto tratto di mare. Una impresa ardua, come si può ben capire, anche perché il numero di uomini è abbastanza esiguo.

Va ricordato che lo scempio nelle Eolie dei reperti archeologici è un fenomeno costante. Basti pensare che nei giorni scorsi quattro tedeschi sono stati colti con le mani nel sacco. Per scandagliare i fondali, dai quali avevano asportato delle anfore, avevano utilizzato anche dei "maiali" (siluri a lenta corsa utilizzati durante la seconda guerra mondiale). Dopo l'identificazione, con stupore, si è scoperto che uno era un ex poliziotto.

 

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ROMA: primo corso Istruttori per le Specialità Scientifiche della CMAS (20.10.2002)

Nei Giorni 19 e 20 Ottobre 2002 si è svolto a Roma, presso la sede della CMAS (Confederazione Mondiale Attività Subacquee) il 1° Corso per Istruttori per le Specialità Scientifiche.

Docenti: Manuel Mantin Bueno e da Alain Norro presidente e segretario della Commissione Scientifica della CMAS.

A conclusione delle due giornate del corso, in lingua inglese, è stata svolta una prova scritta.

Al termine, sono risultati idonei 15 allievi appartenenti a Italia, Spagna, Austria, Svezia, Russia, Germania e Croazia i quali hanno ricevuto i brevetti di Istruttore (a seconda della specialità scelta tra le seguenti specializzazioni: - Archeologia - Geologia - Oceanografia - Scienze Marine - Biologia - Biologia delle acque dolci

http://www.cmas2000.org  

 

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LAGO DI MANAGUA (Nicaragua): cimitero Maya a pochi metri dal lago (16.10.2002)

Un cimitero precolombiano risalente all'VIII sec. d. C. e' stato scoperto casualmente da alcuni operai che stavano costruendo un argine sulla riva dei lago di Managua, a pochi metri dalle acque.

Potrebbe essere un cimitero maya e, finora, sono stati rinvenuti i resti di venti indigeni

Il cimitero risalirebbe ad un periodo compreso tra il quinto e l'ottavo secolo dopo Cristo.

Accanto al resti, sono stati rinvenuti oggetti in ossidiana, un roccia nera dì origine vulcanica che non esiste in Nicaragua ma che potrebbe provenire dal Messico, dal Guatemala o da EI Salvador.

Forse i resti potranno rimanere nel luogo del ritrovamento qualora, come sembra, verrà costruito un museo attorno al sito.

(ma il cimitero continua sotto le acque del lago ? )

 

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LIPARI (Isole Eolie): recuperata un'anfora romana (15.10.2002)

Il nucleo dei carabinieri subacquei per il Sud Italia di Messina ha recuperato, in un sito archeologico sottomarino posto all'esterno del porto liparese di Pignataro, una anforetta romana risalente al Il sec. A.C.

Il reperto archeologico di pregevole fattura sarà custodito nel museo archeologico "Bernabò Brea" di Lipari.

AI ritrovamento ha dato il suo contributo ll servizio coordinamento ricerche archeologiche sottomarine della Regione Sicilia.

L'area dove è stata recuperata l'anforetta, qualche anno fa era stata visitata da un gruppo di tombaroli del mare, tratti successivamente in arresto dai carabinieri che avevano anche provveduto a recuperare ll materiale archeologico prelevato illegalmente.

 

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ISOLA D'ELBA: denunciati quattro inglesi che hanno saccheggiato un relitto a 100 metri di profondità (10.10.2002b)

La storia ha inizio nel gennalo 2000. Quando i quattro presentano regolare richiesta alle autorità italiane per recuperare il relitto della «Glean Logan» una nave mercantile inglese affondata da un sommergibile durante la prima guerra mondiale e adibita al trasporto di piombo.

Ma una volta cominciate le operazioni di recupero (utilizzando mezzi ed equipaggio di una società di stanza a Genova), i quattro si imbattono in una nave che ha ben poco a che vedere con il mercantile: si tratta infatti di un veliero in legno, il Pollux, una nave da crocera franco-italiana (anche se costruita in Gran Bretagna) affondata dopo una collisione con un'altra nave a sei miglia dalla costa di Porto Azzurro, all'Isola d'Elba nel 1841.

Dopo una serie di operazioni di recupero, avvenute a 100 metri di profondità e guidate da una nave che dalla superficie manovra un braccio meccanico, gli inglesi riescono a recuperare oltre mille monete (molte delle quali d'oro e d'argento), bracciali, orecchini, monili dei primi dell'Ottocento, ma anche vasellame, cristalli e orologi, per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro.

Alla Capitaneria di Porto italiana, i quattro denunciano di aver trovato la nave risalente alla prima guerra mondiale che stavano cercando, in acque italiane, e di aver recuperato una sessantina di monete e un po' di vasellame. Diversa la versione fornita alle autorità inglesi a cui dichiarano di aver trovato molto materiale, ma su una nave affondata in acque internazionali (particolare, questo, che garantisce la proprietà del recupero in caso nessuno avanzi diritti).

Il ricco bottino stava per essere messo all'asta da una nota galleria londinese; ma alcuni dubbi sulla provenienza del materiale ha suggerito di far intervenire gli investigatori inglesi, che hanno allertato l'ambasciata italiana e i colleghi dell'Arma, per capire in quale epoca fosse avvenuto un naufragio di quel tipo; risposta che è arrivata dalla capitanena di Portoferraio, all'Isola d'Elba.

Così i quattro amici inglesi sono stati arrestati dalla polizia di Scotland Yard anche se la denuncia di tre di loro è partita dal carabinieri italiani.

Per quanto riguarda tutto quello che è rimasto a bordo del veliero Pollux nelle profondità elbane, spetta ora alla soprintendenza decidere se investire o meno nel recupero, magari ricorrendo all'ausilio dei carabinieri subacquei di Genova che, utilizzando il piccolo sommergibile "Pluto", sono riusciti ad individuare e a filmare i segreti del relitto.

 

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CAORLE (VE): recuperata un'ancora bizantina (9.10.2002)

La prima ancora bizzantina del genere ad essere recuperata nell'Adriatico..

L'ancora appartiene al VI-VII secolo ed è stata rinvenuta da un subacqueo ancora ad agosto. Il reperto è in ferro, con un grosso strato di concrezioni.

Dopo le analisi e gli studi, il reperto verrà inserito nella collezione del futuro museo di Archeologia del Mare di Caorle.

Verrà eseguita una analisi radiografica per definire l'evenuale presenza dell'anima in ferro: in questo caso non si farà il restauro.

Nel caso della presenza dell'ancora dovrà essere liberata dalla concrezioni, pulita, liberata dai sali tramite elettrolisi ed, infine, consolidata prima di essere esposta in museo.

 

 

 

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LONDRA: Il Tamigi era anche un cimitero (08.10.02)

Il Tamigi veniva utilizzato come cimitero dagli antichi britanni. E' quanto emerge da una mostra inaugurata al Museo di Londra che illustra centinaia di oggetti trovati dagli archeologi sul letto del fiume che attraversa la città.

Al Museo di Londra sono in mostra oltre 500 oggetti e resti umani .

Dai teschi ritrovati sul letto del Tamigi appare chiaro che gli antichi britanni usavano il fiume come cimitero - ha spiegato il capo del settore di storia antica del museo e probabilmente gettavano direttamente i cadaveri nelle acque del fiume o gli legavano dei massi al collo per farli rimanere sul fondo.

Anche i numerosi oggetti di metallo trovati sul letto del fiume, come alcuni elmetti di bronzo con ornamenti militari, fanno pensare che le persone gettavano oggetti nel fiume per motivi religiosi.

 

 

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CAVALLINO - TREPORTI (VE): iniziati i lavori per la posa di oltre 4 Km di tubazioni sotto la Laguna (03.10.2002)

A cura del Condorzio di Bonifica Basso Piave si stanno regimentando le acque di un'area che comprende le Isole di Treporti: Saccagnana, Portosecco, della Chiesa:

L'intervento avverrà con l'escavo di nuovi canali di raccolta delle acque, la posa di tubazioni sottopassanti i canali lagunari, la raccolta nel Canale Collettore Cavallino e la successiva distribuzione alle idrovore di sollevamento di Cà Ballarin.

Il primo stralcio dei lavori interessal'Isola di Saccagnana con l'escavazione di un canale mediano e un relativo sottopasso.

I lavori di dragaggio interessano anche il Canale di Pordelio dove si sta posizionando sul fondale a tre metri di profondità per una lunghezza di 250 metri la tubazione sottopassantre che è in polietilene ed ha un diametro di 1,2 metri.

Seguirà lo scavo del Canale che attraverserà l'isola per una lunghezza di tre chilometri ed una larghezza di 8-10 metri ad una profondità di 2-3.

Per l'Isola di Portosecco, verrà realizzato un canale di 600 metri che seguirà fossati esistenti e che terminerà con una idrovora per lo scarico delle acque piovane nel canale Pordelio.  

 

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GRADO: a primavera il museo di archeologia subacquea (3.10.2002a)

Il Museo Nazionale di archeologia dell'Alto Adriatico di Grado (GO) sarà inaugurato la prossima primavera se verrà rispettato quanto la Regione ha annunciato.

Il museo conterrà la nave mercantile romana detta Julia Felix appartenente alla fine del II sec d.C. e recuperata nel 1999 a sei miglia dalla costa assieme al carico.

Il museo sarà multimediale comprendendo un auditorium, una libreria-butique, una caffetteria sul mare, un laboratorio scientifico, un giardino-museo per esposizioni, una foresteria e gli uffici distaccati della Soprintendenza archeologica

 

 

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TRAPANI: la nave punica di Mozia nel simbolo della Banca Nuova (00.10.02c) - dal periodico BPV OGGI - Gruppo Banca Popolare di Vicenza

Dal 1 agosto è divenuta operativa l'integrazione fra le due banche del Gruppo Popolare di Vicenza presenti in Sicilia e nelle regioni del sud.

Con la fusione fra Banca del Popolo e Banca Nuova si è dato vita ad un istituto che dispone di ben 68 sportelli e che si colloca per dimensione fra le primissime banche con sede sociale in Sicilia.

L'operazione mette così a disposizione dell'area del meridione, ed in particolar modo della Sicilia, un unico organismo bancario potenziato nella dimensione organizzativa e territoriale, che come obiettivo primario continuerà a servire le famiglie, le imprese e le comunità locali, come è nella migliore tradizione delle due banche che in esso sono confiluite.

Ma la "nuova" Banca Nuova intende anche promuovere ed assecondare tutte le potenzialità di sviluppo e di crescita che, nei più diversi settori economici, vengono riconosciute al centro sud e alla Sicilia.

Questa vocazione a rimanersi fedele alla missione d'origine che ha contraddistinto la vita dei due istituti e nello stesso tempo a guardare con spirito di innovazione verso le opportunità del futuro sono sintetizzate anche nel nuovo logo della Banca.

L'istituto nato dall'integrazione fra due banche siciliane del Gruppo, ha assunto infatti la denominazione di Banca Nuova, unendola nel logotipo al marchio ottagonale della Banca del Popolo.

All'interno dell'ottagono compare il simbolo stilizzato di una nave a vela che si ispira all'antico veliero punico scoperto qualche anno fa, nei fondali del trapanese, nell'area archeologica marina di Mozia.

I resti della nave sono oggi custoditi al museo di Marsala, ma questo veliero è diventato il simbolo dell'intraprendenza, dell'apertura verso nuovi mercati e della capacità, che da sempre la terra di Sicilia ha dimostrato, di intessere relazioni commerciali e culturali con ogni popoìo ed ogni Paese.

La nave punica di Mozia, inserita nel marchio ottagonale di Banca Nuova, è quindi un segno che rappresenta insieme i valori delle tradizioni di due banche fortemente radicate sul territorio, e lo spirito del nuovo istituto che da esse è nato e che, a vele spiegate, ha preso il mare per raggiungere i suoi nuovi obiettivi.

 

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CALIFORNIA: morto lo scopritore del C14 (00.10.2002b)

Il mondo dell'archeologia, ma non solo, e in lutto per la morte, all'eta' di 89 anni, di Martin D. Karmen, uno degli scienziati che hanno scoperto il carbonio 14. Ne parla il 'New York Times', che dedica un lungo articolo a Karmen, a Santa Barbara, in California, dove viveva da diversi anni.

La scoperta del carbonio 14 fu una vera e propria rivoluzione in biochimica, perche' permise di rivelare una serie di processi biologici allora sconosciuti, che riguardano sia le piante sia gli animali.

Ma il carbonio 14 rappresento' una rivoluzione ancora più significativa nel campo dell'archeologia, perché fu finalmente possibile datare, con precisione sia i resti umani sia la maggior parte dei materiali organici risalendo fino ad una età di circa 70.000 anni fa.

 

 

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NAPOLI: collana monografica "Mediterraneum. Tutela e valorizzazione dei beni culturali". Comunicato Stampa (00.10.2002a)

La Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo dell'Università "L'Orientale"  di Napoli, in collaborazione con l'Osservatorio per la Protezione dei Beni Culturali dell'I.S.Fo.R.M. ha realizzato la collana monografica "Mediterraneum. Tutela e valorizzazione dei beni culturali" (Massa Editore, Napoli).

 Il primo volume di questa collana di studi (400 pagine, oltre 100 foto, costo 25 euro) è dedicato alle problematiche di tutela del patrimonio culturale dell'Italia, una nazione che si è a lungo dimostrata all'avanguardia grazie ad una legge completa e precisa, risalente addirittura la 1939, ed alla creazione del primo Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, ma che non è ancora riuscita a determinare una via efficace per preservare e valorizzare quello che universalmente è riconosciuto come il patrimonio più ricco e vario del mondo.

Il volume, curato da Fabio Maniscalco, è ripartito in tre ampie sezioni: la prima con articoli inerenti le problematiche generali di tutela dei beni culturali, dall'organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali al restauro archeologico ed architettonico, dal rischio inquinamento alla prevenzione incendi in edifici di interesse storico ed artistico, dalla catalogazione alla movimentazione dei beni culturali, dalle archeomafie al vandalismo; la seconda con contributi, di Soprintendenti e Direttori del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, relativi alle esperienze pratiche di tutela e gestione del patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico e demoetnoantropologico nazionale; il terzo con articoli inerenti la legislazione nazionale ed internazionale dei beni culturali.

I contributi sono di C. Acidini Luchinat; A. Benini; S. Benini; V. Bertini; F. Bocchieri; A. Bottini; A. Buongiovanni, F. Caciolli; R. Conforti; A. D'Errico; G. Feliciani; F. Francioni; G. Gaudini; A. Gioia; P. Graziani; S. Italia; T. Maglie; F. Maniscalco; M. Maniscalco; M. Marini Calvani; L. Marino; G. Mengozzi; F. Migliardini; P. Miniero; G. Monti; M. L. Nava; V. Pacelli; M. Pagano; U. Pappalardo; M. Pasquini; L. Pecchioli; F. Pernice; C. Piccioli; S. Pratali Maffei; P. Pruneti; A. M. Reggiani; M. Saioni; C. Santella; B. Santi; V. Santoni; C. Sbordone; F. Scaparro; F. Scoppola; G. Spadea; F. Spatafora; F. R. Stasolla; E. Trani; G. Trupiano; E. Ulivi.

Per ulteriori informazioni: 3387011247 - 0815630121 - e-mail massaeditore@libero.it

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