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NEWS 02-12

Notizie ed avvenimenti di Dicembre 2002

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PADOVA: ultimi ritrovamenti del Club Sommozzatori PD nel Bacchiglione - a cura di Raffaele Scarabello (28.12.02)

I reperti sono stati consegnati alla Soprintendenza Archeologica del Veneto presso cui si trovano.

Nell'area di Selvazzano è stata recuperata anche una "storta" o "paloscio, spada corta, di produzione austriaca ed in uso al popolo slavo, databile attorno alla metà del '700.

La lama e l'elsa sono lavorate e decorate da disegni e incisioni che la caratterizzano come arma utilizzata per la guerriglia o per equipaggiare la scorta di signori durante le battute di caccia.

 

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CONEGLIANO: una cisterna-pozzo alla veneziana sotto l'ex convento di San Francesco (27.12.02)

Una cisterna pozzo realizzata tra Rinascimento ed età moderna, approssimativamente tra il XV e il XVIII secolo, è stata ritrovata durante il restauro dell'ex convento di San Francesco a Conegliano.
Il convento é stato completato nel 1411, ma la cisterna pozzo usata per recuperare l'acqua piovana, depurarla ed immagazzinarla ad uso dei frati, è risultata in così buono stato di conservazione che la Soprintendenza ha deciso di ripristinarla al suo antico uso, anche se non se ne potrà bere l'acqua.

La cisterna- pozzo, un imbuto largo 14 metri, con pareti di argilla inclinate di 45° e fondo piatto, si trova sotto al chiostro, ha una forma assai elaborata ed é evidenziata in superficie da una vera da pozzo e quattro pozzetti in prossimità degli angoli del cortile.
Dai pozzetti attraverso altrettanti canali orientati secondo le diagonali del chiostro l'acqua arrivava in quattro distinte cisterne uguali, a pianta rettangolare, per far decantare le particelle sospese nell'acqua; successivamente filtrando attraverso le pareti permeabili, la sabbia e la ghiaia riempiva a partire dal fondo la cisterna. Il prelievo avveniva dal pozzo situato in corrispondenza al centro del chiostro e della corrispondente cisterna sottostante.

 

 

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CAPOTERRA (CA): tre dolium ritrovati nei fondali (14.12.02)

Tre grossi dolium di età romana sono stati ritrovati sul fondale in località Frutti d'Oro, a Capoterra.

I contenitori saranno recuperati, ma non si fanno ipotesi sulla presenza di un relitto in quanto si sta valutando anche la possibilità che possano essere appartenuti a qualche villa "d'ozio", successivamente sprofondata per bradisismo

 

 

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PISA: inizia il restauro della seconda nave di San Rossore (12.12.02)

E' iniziata la fase di restauro del secondo relitto navale romano conservato con altri 19 nel complesso archeologico di San Rossore, a Pisa.

Si tratta della barca ''C'', che, sollevata dal cantiere sarà trasportata nello stabilimento della Teseco, nella zona di Ospedaletto, dove verra' compiuto il restauro.

Il lavoro dovrebbe durare non meno di quattro anni.

L' imbarcazione, la piu' grande dei 20 scafi romani identificati in tutto il complesso archeologico, ha la maggior parte degli elementi strutturali: chiglia, paramezzale, ordinate, correnti, cassa di maestra e la corrispondente scassa dell'albero, il bordo della murata e le bitte di prua in buono stato di conservazione.

La prua è in legno di quercia rivestito con lamina di ferro, le fiancate mostrano ancora i fori per i remi e gli scalmi.

E' forse una nave da guerra a sei banchi di rematori (che dovevano essere dodici) ed é datata all'età augustea.

Con questo recupero comincia a prendere forma la realizzazione del sistema strutturale formato dal cantiere stesso, dal laboratorio di restauro e dagli arsenali medicei, futura sede del museo.

 

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ROMA: un lago sotterrane sotto il Palazzo della Cancelleria (9.12.02)

Sotto il palazzo della Cancelleria, a Roma, si trova un lago che ricopre l'antico Campo Marzio e sommerge sotto quattro metri d'acqua sepolcri, un mitreo, mura e domus romane insinuandosi questa massa d'acqua anche sotto la basilica Paleocristiana di San Damaso.

Il lago ha circa un secolo e si è formato alla fine dell'ottocento quando sono stati costruiti i muraglioni lungo il Tevere, tamponando nel contempo gli scarichi verso il fiume delle cloache romane.

In quest'area sommersa sono state eseguite numerose immersioni di speleologia urbana che hanno portato a scoprire antichi canali, muri di costruzioni, insule ancora praticabili, sarcofagi e fosse comuni che contengono ancora decine di scheletri addossati gli uni sugli altri e risalenti alla peste del settecento.

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GELA (CALTANISSETTA): il ritrovamento in mare di un elmo corinzio valutato 14.000 euro (7.12.2002)

 

Durante una battuta di pesca subacquea in contrada Bulala aveva trovato un elmo.

Consegnato alla Soprintendenza il reperto si è rivelato essere un elmo corinzio estremamente interessante risalente probabilmente al quinto secolo.

A distanza di oltre un anno dal ritrovamento, il reperto è stato valorizzato sia con l'esposizione al Museo regionale di Gela, sia con l'inserimento della sua foto in una recente pubblicazione curata della Soprintendenza, sia con un assegno all'onesto subacqueo di quattordicimila euro, un quarto del valore attribuito al reperto, come prevede l'attuale legislazione.

 

 

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VENEZIA: all'Arsenale un Museo Nazionale dell'acqua con le due imbarcazioni di S. Marco in Bocca Lama (6.12.2002)

Ta qualche anno, le imbarcazioni ritrovate a San Marco in Boccalama (la galea e la rascona) potrebbero diventare visibili a tutti, nel museo nazionale della civilta' dell'acqua di L'istituzione deve ancora nascere, ma ha compiuto un ulteriore passo avanti con la seconda giornata di studi ''Arsenale e/e' museo, aperto per restauro'', tenutasi a Palazzo Ducale.

Un incontro per discutere di quello che sara' un museo unico in Italia.

Il museo dovrebbe essere locato nell'Arsenale e avere quattro sezioni, con reperti provenienti dall' Istituto di studi marittimi, dall'Archivio di Stato, dal Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma e soprattutto dei musei civici veneziani.

Tra le sezioni ve ne sarà una archeologica, dedicata a recupero e conservazione dei relitti; una etnografica, in cui esporre nel loro ambiente naturale le imbarcazioni in fasciame ancora presenti a Venezia, potendo analizzare nel contempo quelle in disuso; una dedicata agli strumenti per il restauro conservativo; l'ultima riservata alla storia dell'Arsenale.

Per realizzare il progetto, i promotori potranno contare sull'aiuto di una fondazione universitaria che verra' creata ad hoc per il recupero dell'Arsenale: ''Iuav, Ca' Foscari e Universita' di Padova hanno gia' dato il loro primo benestare.

 

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EGITTO: LA HISTORIA NO CONTADA DEL BARCO SOLAR (1.12) - inviata da Carlos J.Mey - Fundación Albenga

(Esta narración está escrita en primera persona por Zahi Hawass - Director de Antiguedades de Egipto)

Egiptología es un campo de acción excitante y cada descubrimiento tiene una historia. El descubrimiento del Barco Solar de Khufu en 1954 es una de las mas interesantes. En ese tiempo Mohamed Zaki Nour era Inspector en Jefe de Antiguedades en Giza y Kamal El-Mallakh era un joven arquitecto del Departamento de Antiguedades . El lado sur de la Gran Pirámide estaba entonces tapada por restos a un altura de siete metros, pero la idea de removerlo sólo vino luego de una visita del rey Saud de Saudi Arabia, quien comentó sobre este montículo durante una visita a Giza. El-Mallakh, que era un joven ambicioso e impetuoso, puso obreros a trabajar. El jefe de los excavadores era Gares Yani, del Alto Egipto quien había sido entrenado por algunos de los mejores arqueólogos extranjeros. También en el grupo estaba George Reisner de Harvard y el arqueólogo alemán Hermann Junker.

En Julio de 1954, Gares descubrió varios enormes bloques de piedra caliza que estaban parejos con el nivel del suelo. Era obvio para él que cubrían un gran hoyo. Muy excitado fué a buscar a El-Mallakh y lo encontró en un café del centro de Cairo con sus amigos Anis Mansour y Maurice Gundi, corresponsal de United Press Internacional. Como Mansur relata la escena, Yani estaba muy excitado y dijo " Sr. El-Mallakh, hemos encontrado el barco de Khufu!".

Ya sea porque lo tenía previsto y una idea inspirada del momento, El-Mallakh dijo que estaba convencido desde el principio que la pared del lado Sur había sido construída más cerca de la pirámide que las del lado Norte y Oeste precisamente para esconder una o más zanjas para barcos, y Yani sabía ésto. Como sea, el anuncio causó una gran excitación y el grupo dejó el café apurados, saltaron al auto y fueron a Giza. Mansour recuerda que el auto se rompió en el camino de las piramides por sobrecalentamiento. "La maldición de los Faraones", dijo.

Cuando El-Mallakh llegó al sitio, encontró que los bloques de calia de 41 metros estaban soportados por un base de un metro de ancho y rompió a través de una roca para revelar una profunda garganta bajo sus pies. Su excitación aumentó y  su sonrisa también al darse cuenta que lo que estaba debajo era un barco y que, mas aún, estaba en un  excelente estado de preservación. Por primera vez en 4.500 años el sol alumbró las maderas de un gran barco de madera de cedro.

Guindi no perdió el tiempo en publicar el hallazgo por medio de su agencia, UPI y el New York Times colocó  historia tras historia del descubrimiento del "Barco Solar". Anis Mansour me dijo que había llamado el distinguido egiptólogo Selim Hassan sobre su opinión del Barco Solar y que, mientras tanto, El-Mallakh se embarcó en un viaje de conferencias por los Estados Unidos para hablar del descubrimiento. Siempre carismático, el ahora famoso El-Mallakh compartió su pasión por Egipto con fuentes académicas y también dió charlas por radio y televisión. Fué un gran éxito.

Uno de estos botes, hecho or 1.224 partes separadas, fué reconstruído mediante sogas hechas por fibras vegetales, como se hacía en la antiguedad. Luego de su reensamblaje, el barco que mide 43,3 metros de largo está colocado en el Museo del Barco Solar, al lado de las pirámides.

Cuando El-Mallakh retornó a Egipto, Mohamed Hassanein Heikal, el escritor político, convenció al Presidente Nasser que el sitio valía una visita. Junto con un cortejo de oficiales militares, Nasser fué allí. Escuchó mientras El-Mallakh explicaba el descubrimiento y su significancia. Mansour, que estaba allí, escuchó que Nasser le decía a El-Mallakh "He venido a darte fuerzas!"        

En este punto, el espíritu malo de Seth decidió revolver las cosas. Pareciera que nunca nos deja tranquilos!  El-Mallakh fué crtiticado por publicar el descubrimiento sin el permiso del Departamento de Antiguedades y se le quitó 15 días de su salario.  Luego Nour, el inspector de Giza, dijo que él debiera tener el crédito por el descubrimiento. Mientras tanto, Abdel-Moneim Abu Bakr, decano del departamento de Egiptología de la Universidad de Cairo escribió un artículo con seis puntos para mantener su teoría de que el barco no era un Barco Solar, pero una barcaza funeraria que fué construída para transportar el cuerpo del fallecido rey desde la capital Mephis al sitio de la pirámide.

He leído todas las notas de Abu Bakr y no he encontrado evidencia alguna para comprobar su teoría. De hecho, durante la excavación del barco, se encontraron restos de madera de cedro y acacia, junto con trozos de mampostería de barro usadas para cubrir los bloques de caliza sobre el hoyo. En mi opinión, esta provee evidencia que el barco fué construído muy cerca de donde fué enterrado. No hay, mas aún, indicación que se hubiera usado en el Nilo. Por un lado la cabina de cubierta no es bastante grande para un viaje confortable y, por el otro, no tenía ventanas.

Por supuesto, El-Mallakh continuó considerando el barco como un Barco Solar conectado con el antiguo mito del Dios Solar navegando eternamente a través del firmamento. Imaginen su frustración cuando dejó el Departamento de Antiguedades y el barco que le había dado una fama instantánea fué sacado de sus manos. Créanme, luchó como un tigre y perdió su vida en la batalla. Cuando ya no estaba más inmiscuído en el proyecto igualmente continuó visitando Giza para mirar como Hag Ahmed Youssef, jefe de restauraciones del departamento, supervisaba las excavaciones y reconstrucción del barco más antiguo del mundo. Los bloques de caliza que cubrían el barco fueron levantados con gran cuidado con grúas y se aplicaron a los fragmentos de esterado de juncos una solución resinosa para levantarlos sin dañarlos. Se construyó una plataforma sobre el area para permitir a Youssef conducir las operaciones sin poner presión sobre el barco y eventualmente los antiguos maderos fueron levantados, tratados y restaurados. Construído para un rey, este barco fué desmantelado antes de ser enterrado y Youssef, casi sin ayuda, estuvo 14 años uniendo este gigantesco rompecabezas. El-Mallakh sólo podía mirar desde lejos.

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Carlos J.Mey - Fundacion Albenga

E-mail: meycarlos@fibertel.com.ar  ; carlosmey@fundacionalbenga.org.ar ; www.fundacionalbenga.org.ar

 

 

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