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NEWS 03-05

Notizie ed avvenimenti di maggio 2003

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  PESCHIERA DEL GARDA: completate le ricerche subacquee sul ponte del Belgioioso (30.05.03)

Il Belgioloso era un imponente ponte fortificato che collegava il castello scaligero di Peschiera alla strada verso Verona, permettendo al presidio l'accesso allaRocca o la fuga verso la città, del Signore anche in caso d'assedio.

Lo studio della cartografla storica ha permesso di stabilire che la distruzione dcl ponte avvenne tra il 1549, quando i veneziani avviarono la radicale ristrutturazione della fortezza che cancellò le tracce scaligere, ed il 1571, anno in cui Cristoforo Sorte riportò sulla pianta di Peschiera il tracciato del Belgioioso indicandolo come distrutto.

L'indagine archeologica, avviata, dal Maggio del 2000, dall'Associazione Culturale UNIO, ha interessato i resti delle pile sopravvissute alla distruzione veneziana ed ai dragaggi del fiume realizzati dopo la seconda guerra mondiale. La prima delle strutture si trova a ridosso delle mura veneziane, ne seguono poi quattro con andamento nord ovest-sud est.

Le condizioni ambientali hanno permesso lo studio delle pile III, IV e V, mentre la I e la II pila non sono state indagabili a causa del sedimento e del canneto che le ricoprono.

Le fondazioni del Belgioioso presentano forma rettangolare con avanbecco trapezoidale rivolto verso nord e sono costituite da grossi ciottoli legati da malta. Il piano di risega è foderato da lastre di pietra bianca sulle quali si innesta la pila, di forma uguale alla fondazione, ma di dimensioni minori.

Questa parte della struttura è formata da un nucleo in ciottoli racchiuso all' interno di un paramento di blocchi di pietra bianca bugnata.

Grazie alla costante immersione si sono conservati, inglobati nelle strutture, molti dei montanti della cassaforma utilizzata per la costruzione oltre ad alcuni pali impiegati per la bonifica del fondale. L'analisi dendrocronologica di alcuni di questi elementi ha permesso di datare la costruzione al periodo della dominazione Scaligera. L'esame di un campione della malta e lo studio della cassaforma hanno inoltre chiarito che le fondazioni furono costruite all'asciutto realizzando un argine o una diga che deviò il corso d'acqua nel fossato ad est del castello. I costruttori bonificarono poi il fondale per mezzo di pali in legno e scaglie di pietra.

Lo studio di un asse della cassaforma della fondazione III ha permesso di stabilire che fu impiegato un sistema di puntelli che permise di mantenere in opera le tavole senza utilizzare fissaggi permanenti. Terminata la presa della malta fu quindi possibile recuperare gli elementi lignei della cassa, un bene prezioso viste le notevoli dimensioni delle assi impiegate.

Alcuni operatori hanno realizzato la pulitura delle strutture per mezzo di una sorbona ad acqua, mentre una seconda squadra si è dedicata al rilievo. Gli schizzi quotati prodotti durante le immersioni sono stati poi elaborati in un programma CAD, ottenendo piante e prospetti delle evidenze archeologiche indagate. lì prospetto est della fondazione V stato realizzato inipiegando fotografie subacquee appositamente elaborate con un programma per la restituzione fotogrammetrica monoscopica. Le immagini sono poi state vettorializzate in un programma grafico ottenendo un prospetto "pietra per pietra" limitando i tempi d'immersione.

L'accurato lavoro di rilievo ha costituito la base per la modellazione digitale delle evidenze archeologiche e dell'aspetto del Belgioioso. Quest'ultima ha determinato la necessità di rispondere agli stessi quesiti tecnici e strutturali che si presentarono ai costruttori medievali. E' stato quindi necessario un accurato studio della cartografia storica e dei manufatti coevi, oltre all'analisi delle metodologie e delle tecniche costruttive adottate nel Medioevo.

Il ponte era costituito da un primo tratto, probabilmente privo di merli, che portava ad un'isoletta sulla quale si trovava un'alta torre circondata da mura merlate. L'accesso a questa testa di ponte avveniva per mezzo di una campata mobile che in caso di pericolo poteva essere sollevata. Oltrepassata l'isola ci si immetteva nel secondo tratto, lungo circa 120 m. Questa parte dell'attraversamento era munita di alti parapetti merlati che garantivano la difesa della struttura da attacchi portati da imbarcazioni. Per accedere alla fortezza occorreva superare una seconda campata mobile che proteggeva il cuore militare del castello nel caso in cui i nemici si fossero impossessati del ponte.

(fonte: documentazione assoc.UNIO)

 

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  ROMA: Rinviato al 31 ottobre il termine per il pagamento della tassa di stazionamento (30.05.03)

Il Ministro Lunardi ha firmato il Decreto Ministeriale che sposta al 31 ottobre il termine per il pagamento della tassa di stazionamento (si attende ora la firma del Ministro Tremonti).

Riportiamo di seguito la Risoluzione approvata dalla IX Commissione Trasporti della Camera:

"La Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità nella seduta odierna la Risoluzione n. 7 - 00255 Romani, Duca, Gibelli, Pasetto, Sanza e altri, con la quale il Governo si impegna ad assumere i provvedimenti necessari per differire dal 31 maggio al 31 ottobre 2003 il termine per il pagamento della tassa di stazionamento relativa all'anno in corso.

La Risoluzione si collega al provvedimento di riforma della disciplina vigente in materia di Nautica da diporto, già approvato dalla Camera dei Deputati, modificato dal Senato della Repubblica e attualmente all'esame della Commissione - nel quale si prevede l'abolizione della tassa di stazionamento a decorrere dalla data di entrata in vigore del provvedimento medesimo.

Con l'approvazione della Risoluzione si intende evitare che in osservanza dell'attuale mandato i contribuenti procedano al pagamento di una tassa che, con l'approvazione del citato provvedimento, sarà a breve definitivamente abolita.

Presidente IX CommissioneTrasporti Poste e Telecomunicazioni (On. Paolo Romani)

(fonte UCINA)

 

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CHIOGGIA (VE): rinvenuto un altro ordigno bellico nell'area protetta delle "Tegnue di Chioggia" (26.05.2003)

Lo hanno.rinvenuto alcuni sub nell'area protetta delle Tegnue al largo di Chioggia.mentre stavano operando una ventina di sub intenti alla pulizia dei fondali.

Uno dei sub tra i vari rifiuti ha trovato anche l'ordigno, probabilmente risalente alla guerra dèi balcani. Dovrebbe trattarsi di uno dei famosi cilindretti gialli, altamente esplosivi. Appena accortisi che l'oggetto era una bomba, i sub lo hanxio rigettato in mare e hanno comunicato la sua posizione alla capitaneria di Porto.

Successive ricerche da parte degli artificieri della Marina non hanno portato alla localizzazione dell'oggetto che giace ancora sul fondale. L'intera zone è stata segnalata con alcune boe e tuttora vige il divieto di navigazione lungo l'intera area. Ancora non si hanno conferme su che tipo di ordigno sia stato ritrovato.

Si attendono altre notizie.

(Fonte: Il Gazzettino)

 

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TRAPANI: iniziata la ricostruzione di una nave di età romana (24.05.03)

E' iniziata nel cantiere del maestro d'ascia Michele D'Amico la costruzione della chiglia di una nave romana da carico databile tra il primo e il secondo secolo d. C. E'la partenza del progetto per costruiree l' intero scafo che sarà lungo 24 metri, e che porterà il nome di "Venus Ericina" e che dovrebbe poi prendere il mare.

L' idea e' della facolta' di archelogia navale del consorzio universitario di Trapani in collaborazione con l' universita' di Bologna, ad iniziativa del professore Francesco Torre e dei colleghi Marco Bonino, progettista dell' opera, e Stefano Medas, responsabile della navigazione.

I ritrovamenti nelle acque di Trapani sono frequenti. Proprio lo scorso anno sul fondale sabbioso della costa è stata localizzata una nave da carico romana in buono stato di conservazione fino alla sesta fila del fasciame.

(fonte ANSA)

 

 

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RAGUSA - Il robot sottomarino non trova il relitto ellenico (20.05.2003)

L'attesa per l'operazione «Pluto» (dal nome del robot sottomarino telecomandato, in dotazione al Nucleo sommozzatori dei carabinieri di Messina) è andata in parte delusa. i risultati delle operazioni di ricerca sul fondo marino al largo delle coste ragusane (ritenute necessarie a seguito della "pesca" di una ciotola e di una parte di anfora, risalenti al 2° sec. a.C. da parte di un pescatore dilettante a ben oltre sei miglia dalla spiaggia) vengono ritenute non soddisfacenti .

«E' stata scandagliata,una vasta zona dei fondali marini, a 107 metri di profondità e a circa sette miglia dalla costa ; qualche indizio per spingerci a ritornare ad operare nella zona è venuto certamente a galla, ma niente di più». Non si è riusciti ad individuare la presumibile nave commerciale giacente da oltre duemila anni in fondo al mare assieme al suo carico di anfore e di altri preziosi recipienti per il trasporto vinario ed oleario. Al calar del sole la spedizione organizzata dal Comando provinciale dei carabinieri ha fatto rientro al porto di Pozzallo, con l'impegno di mettere a frutto i dati registrati e di ritentare in estate.

M non sarà cosa facile monitorare una vasta area sottomarina a ben oltre cento metri di profondità».

Fonte: "La Sicilia Ed. Palermo"

 

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MARETTIMO (Isole Egadi) - Ritrovata una grotta tappezzata di reperti con due pozze di acqua dolce (18.05.2003)

La grotta è alta sul mare: in tempi remoti, il livello era di 30 metri più alto di oggi, proprio in corrispondenza dell'imboccatura.

Osservata dall'esterno, questa grotta sembra una delle quattrocento che si aprono nelle scogliere di Marettimo, la più remota isola delle Egadi, una quarantina di chilometri al largo di Trapani.

E' una caverna larga da uno a quattro metri e lunga una settantina, con bellissime stalattiti che pendono dalla volta ma il cui pavimento è letteralmente coperto da reperti. I cocci si stendono dovunque e spesso sono calcificati nell'impasto roccioso creato dallo stillicidio.

All'interno presenta due pozze di acqua limpidissima che testimoniano che gli uomini vennero qui per approvvigionarsi di acqua dolce: doveva essere un luogo di rifornimento delle navi di passaggio.

I reperti sono coperti dalla sabbia, viene ritrovato un frammento di bronzo (un pezzo di anello o di una fibula punica) mentre la terracotta arancione su cui è riconoscibile una greca nera riconduce alla ceramica di età ellenistica, forse al IV secolo. Ellenistici sono pure il pezzo di piatto esagonale modanato; il pomello di un coperchio con tracce della copertura nera; il fondo di anfora. Interessante è una lucerna arcaica del VI secolo. Ben più antica è invece l'ansa di un vaso che risale alla media età del bronzo. E la stessa epoca dei ritrovamenti effettuati nella Grotta del Monte Ilice, vicino a Castellammare del Golfo, dove c'è addirittura una giara da cui fuoriesce una stalattite.

Fino a quando fu frequentata la grotta? Occorreranno ricerche più approfondite. «Ma se volessimo volare con l'immaginazione &emdash; spiega Sebastiano Tusa, potremmo pensare che proprio lì si siano rifornite d'acqua le 700 navi cartaginesi che il 10 marzo 241 a. C. furono sconfitte dai Romani nella battaglia che decise la prima guerra punica. Sappiamo che i punici si ancorarono proprio a Marettimo. Quando il vento si levò, innalzarono le vele verso la Sicilia. Non potevano immaginare che nel giro di poche ore sarebbero caduti nell'agguato della flotta romana».

«I periodi attestati sembrano due: la media età del bronzo, il XIII secolo, e l'età ellenistico-romana, tra il III e il Il secolo a. C.; ma uno dei pezzi è ceramica sigillata africana, che risale al I secolo dopo Cristo».

«Molti conoscono la Grotta dei Genovesi a Levanzo, un altra isola delle Egadi, ma finora non avevamo notizia di grotte frequentate dall'uomo a Marettimo. La ricchezza dei reperti recuperati abbraccia non meno di 1500 anni».

«La grotta fu scavata dal mare e poi dall'erosione delle acque dolci, probabilmente tra l'ultima e la penultima glaciazione. Allora il mare era una trentina di metri più alto di oggi. Poi il livello si abbassò e probabilmente il mare distrusse le rocce che facilitavano un tempo l'accesso alla grotta, creando una falesia verticale e a strapiombo. Ma non escluderei che i naviganti, alla ricerca di acqua da bere, avessero montato delle opere artificiali in legno, tipo scalette o semplici gradini».

«La presenza dell'acqua può avere aggiunto anche una dimensione di culto alla caverna. In epoca punica, acque e fertilità erano legate a Iside. E infatti vicino a Palermo, nella Grotta Regina, veniva praticato proprio questo culto. Ora si tratta di proseguire nella ricerca: vedremo se con gli scavi troveremo solo contenitori grossolani o anche vasi più piccoli ed ex voto».

(Fonte: "Corriere della sera")

 

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RAGUSA - Affidato l'incarico di salvaguardare e rendere visibili i resti del relitto tardo-bizantino di Caucana (18.05.2003b)

Il relitto dell'epoca tardo-bizantina di Caucana verrà reso visibile, fruibile e sarà tutelato dall'azione degradante del mare. La giunta provinciale ha stabilito, in una delle ultime sedute, di affidare questo delicato compito alla ditta Itinera, che è un'impresa specializzata in altri interventi similari e che nel passato ha già collaborato con la Soprintendenza di Ragusa. L'affidamento dell'intervento è stato disposto con una delibera. Il progetto che interessa il relitto tardo-bizantino, scoperto l'estate scorsa dalla Soprintendenza, fa parte di un piano complessivo di recupero della costa di Caucana in quanto la Provincia ha attivato il piano di ripascimento delle spiagge che da anni soffrono di un progressivo fenomeno di erosione e che ha messo in serio rischio la sopravvivenza futura del litorale e dello stesso sito archeologico.

L'intervento non è il classico recupero, che è un'operazione molto complessa, lunga e dispendiosa e soprattutto non sempre con gli esiti sperati.

In sostanza i tecnici specializzati effettueranno degli scavi sul mare, portando alla luce il relitto, che diverrà interamente visibile e fruibile, rimanendo nell'habitat in cui viene custodito da secoli.

Gli operatori che interverranno sui resti della nave che naufragò nell'VIII secolo dopo Cristo, attueranno anche delle tecniche per la protezione del reperto dall'azione del mare. Quello che verrà fatto a Caucana dovrebbe essere eseguito anche in molti altri siti della costa iblea. Negli anni sono stati trovati altri relitti a dimostrazione della grande importanza che Caucana rivestiva nell'epoca romana e bizantina e durante il periodo medievale.

Nella vicina spiaggia del Palmento, sottacqua, vi sono scogli e resti di strutture di roccia, tagliati e squadrati in maniera tale da far pensare che lì era allocato il porto di Caucana. Del resto Procopio, lo storico di fiducia dell'imperatore Giustiniano, riporta in uno dei suoi saggi la testimonianza della sosta che la flotta di Belisario, generale dell'armata di Giustiniano, fece nel porto di Caucana nel 583 dopo Cristo. Quella sosta fu l'ultima tappa di riposo per i soldati dell'imperatore prima di dirigersi verso Malta e in direzione dell'Africa, dove avrebbero affrontato la guerra contro i Goti.

Fonte: "La Sicilia Ed. Ragusa"

 

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  RAGUSA - Una ciotola e un'anfora ellenica del 2° sec. a.C. nelle reti. (18.05.2003a)

A circa sei miglia dalla costa ragusana, lungo la rotta Capo Scalambri - Malta, ad una profondità di oltre cento metri, potrebbero trovarsi i resti di una nave di epoca ellenica, del 2° sec. a.C.

L'ipotesi, deriva dal fatto che un pescatore, tirando le reti calate ai «Banchi» (una zona di mare particolarmente pescosa) aveva la sorpresa di rinvenire, assieme al pesce, anche una ciotola mono-ansata acroma, e parti di un'anfora vinaria.

I reperti sono stati consegnati alla Stazione dei carabinieri di Santa Croce Camerina i quali, valutata l'importanza del rinvenimento, hanno contattato il dott. Giovanni Di Stefano, direttore della sezione beni archeologici della Sovrintendenza Beni culturali ed ambientali. «E' molto probabile - dice l'archeologo - che i resti recuperati dal pescatore fra la costa ragusana e Malta facciano di una nave commerciale che nella tarda età ellenistica navigava lungo la rotta fra l'Africa e le due maggiori isole del Mediterraneo con un carico di vino».

E' stato allertato il Nucleo sommozzatori di Messina dell'Arma che effettueranno un controllo dei fondali con l'utilizzo di un robot sottomarino filoguidato.

Sarà così possibile scoprire l'eventuale esistenza di un carico commerciale naufragato nell'antichità e sarà possibile accertare anche la presenza del relitto. Data la profondità della scoperta, il deposito archeologico dovrebbe essere praticamente integro e indisturbato dai fenomeni atmosferici. Inoltre l'attività batterica molto limitata, data la profondità, dovrebbe consentire una buona conservazione di eventuali materiali organici».

Fonte: "La Sicilia - Ed Palermo e Ragusa"

 

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CHIOGGIA (VE): Presentati al pubblico i risultati delle ricerche eseguite alla Terre di Bebe e dei ritrovamenti (17.05.2003)

Presentati a Chioggia i risultati degli studi e delle ricerche condotte sulla Torre di Bebbe. Maioliche decorate, boccali, scodelle, cinture, calici.

Sono i tanti frammenti di un piccolo tesoro che sta lentamente emergendo dal sito archeologico delle Bebbe, un'antica fortificazione del comune di Chioggia che sorgeva nella località di Ca' Pasqua. Una terra percorsa da canali e fossati, centro medievale di commerci, dove nel 755 d.C. fu costruita la torre di Bebe, avamposto di difesa per Clugia Maior. In quel luogo il gruppo archeologico "Fossa Clodia" svolge da tre armi ricerche di superficie, portando alla luce pezzi di una comunità medievale non numerosa, ma molto ricca.

Il lavoro di ricerca degli archeologi si concentra in un'area specifica: un piano di campagna che è stato completamente spianato dalle ruspe a metà del secolo scorso. Il materiale si è depositato sul ciglio della strada, letteralmente schiacciato lungo gli argini. È per questo motivo che ceramiche, metalli, ma ancor di più i vetri, sono rinvenuti a cocci e frammenti. Le maioliche arcaiche e i vetri decorati dei colli di bottiglia e dei calici sono stati illustrati in sala consiliare, dalle dottoresse Laura Anglani e Martina Minini collaboratrici esterne della Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto mentre le preziose cinture e le bolle plumbee di accompagnamento delle merci hanno acquistato senso grazie alle parole dello storico medievalista Marco Bortoletto che auspicherebbe uno scavo per poter collocare i reperti in un contesto più preciso.

(Fonte: Gruppo Archeologico Fossa Clodia)  

 

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PALERMO: il generale Conforti diviene Presidente del Sipbc (17.05.03)

Il generale dei carabinieri Roberto Conforti, per anni alla guida del Comando per la tutela del patrimonio culturale, e' stato eletto presidente della Societa' italiana per la protezione dei beni culturali (Sipbc).

Il sodalizio, nato nel 1996, fa parte della Lega internazionale per la protezione dei beni culturali, è senza fini di lucro, ed e' basato sul volontariato. Promuove iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica nella salvaguardia dei beni culturali secondo le convenzioni ratificate dall' Italia per assicurare a tutti la fruizione delle opere d'arte.

La societa' sostiene l' attivita' degli organi competenti a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale, con raccomandazioni e interventi.

La Sipbc ha sede legale a Sanremo nell' Istituto internazionale di diritto umanitario ed e' operativa a Roma presso la Fondazione europea Dragan. Si regge sulle quote dei suoi soci e su un finanziamento del ministero dei Beni Culturali.

(fonte:ANSA)

 

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TRAPANI - Ripescata un'anfora romana al largo di Pizzolungo (13.05.2003)

Un'anfora di epoca romana è stata recuperata su un fondale di 18 metri al largo della costa di Pizzolungo.

Il reperto, in ottimo stato di conservazione (anche se è rotto alla base) è stato avvistato dal un subacqueo del Club Asl Sicilia Mare durante una manifestazione di pesca sportiva in apnea valida per la qualificazione ai campionati italiani di II categoria.

Nel recupero dell' anfora il subacqueo è stato aiutato dai sommozzatori dell'assistenza a mare della manifestazione e l'operazione è stata coordinata dal presidente regionale della Federazione pesca sportiva che svolgeva le funzioni di giudice di gara.

(Fonte: Giornale di Sicilia, ed. Trapani)

 

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VENEZIA: salviamo la nave scuola "Marinaretto" (12.05.03)

L'Assonautica veneziana ha lanciato alla mostra Navalis (appena conclusa) una sottoscrizione attraverso la rivista "Laguna mare" per raccogliere i fondi necessari al restauro della nave scuola "Marinaretto", costruita mezzo secolo fa dagli alunni e dalle maestranze dell'Istituto per le attività marittime Giorgio Cini.

"Non si tratta di recuperare solo uno strumento di lavoro e di formazione degli studenti dell'Istituto dell'isola di San Giorgio - ha detto il presidente dell'Assonautica veneziana Luciano Pasotto - ma di salvare un pezzo di storia marinara della nostra città".

Ogni giorno il "Marinaretto" esce in mare delle 8 alle 14 per insegnare ai ragazzi del "Cini" il funzionamento delle attrezzature radar, del sonar, degli strumenti di navigazione, dei motori, degli impianti elettrici.

"All'inizio - ha spiegato il docente dell'Istituto Cini Sandro Donaggio - serviva anche a pescare: una parte del pesce veniva usata nella mensa ed una parte veniva venduta per destinare il ricavato al bilancio dell'Istituto".

Quello stesso bilancio al quale ora mancano 30.000 euro per pagare gli interventi straordinari necessari al restauro dell'unica nave scuola della regione, che ha diplomato, tra l'altro, la maggioranza dei piloti dei motoscafi Actv.

"Non vorrei - ha aggiunto Donaggio - dover vedere il Marinaretto in vendita, come è accaduto al brigantino "Giorgio Cini", svenduto ai francesi".

Assonautica, inoltre, ha istituito un premio al miglior allievo dell'Istituto Cini.

"Il vincitore - ha proseguito Pasotto - sarà scelto da una giuria composta da tutti i cantieri di Venezia, in modo da favorire il dialogo tra la scuola ed il mondo del lavoro. Questo anche allo scopo di incentivare i giovani ad iscriversi al Cini, considerata la mancanza di addetti specializzati nel settore della cantieristica veneziana".

(fonte: il Gazzettino e mensile "Laguna Mare")

 

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VENEZIA - La FIAT lascia Palazzo Grassi (10.05.2003)

La sede chiuderà a conclusione della mostra dedicata ai Faraoni

Un anno di restauri poi, nel 2005, l'uscita di scena della casa torinese. Palazzo Grassi non è «strategico» per il futuro della Fiat.

A dirlo sono stati gli stessi vertici dell'istituzione, il presidente Cesare Annibaldi e il vicepresidente Giuseppe Donegà.

"Palazzo Grassi non rientra nel perimetro delle società su cui la Fiat sta costruendo il suo sviluppo e il suo futuro"

La condizione è riuscire a pareggiare gli oneri di gestione: con le mostre si incassa all'anno circa 1 milione e mezzo di euro a fronte dei 4 milioni e mezzo di costi.

del resto «Nessun museo è in attivo &emdash; ha specificato Donegà &emdash; troppo elevati i costi dei prestiti e dell'allestimento delle esposizioni».

Ma la volontà di dare continuità qualitativa alle attività espositive di Palazzo Grassi «resta ferma» hanno ribadito più volte Annibaldi e Donegà.

Ma il futuro resta assai incerto.

 

Fonte: "Il Corriere del Veneto"  

 

 

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VENEZIA: realizzato studio sulla tutela della Laguna di Venezia (9.05.03)

Il CORILA &endash; Consorzio per la Gestione del Centro di Coordinamento delle Attività di Ricerca inerenti il Sistema Lagunare di Venezia, di cui fa parte anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - presenterà a Venezia, martedì 13 maggio 2003, alle ore 17,00, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere, Arti (Campo S. Stefano, 2945) il volume "Scientific Research and Safeguarding of Venice", un lavoro che raccoglie i primi risultati di una ricerca triennale per la tutela della Laguna di Venezia

Alla presentazione prenderanno parte Bruno Zanettin, Presidente dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Paolo Cescon, Presidente del CORILA; Giovanna Piva, Presidente del Magistrato alle Acque; Francesco Indovina, Università di Architettura di Venezia (IUAV); Laura Carbognin, Consiglio Nazionale delle Ricerche; Bruno Battaglia, Università degli Studi di Padova; Andrea Rinaldo, CORILA e Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.

Per ulteriori informazioni: 041-2402511 - www.corila.it

(Fonte: CNR)

 

 

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VENEZIA Nell'isola del Lazzaretto Vecchio il Museo nazionale di Archeologia della città e della laguna (8.05.03)

Saranno necessari 1440 giorni di lavoro e un investimento complessivo di 16 milioni di euro ma l'isola del Lazzaretto Vecchio ritornerà al suo antico splendore e sarà la sede del Museo nazionale di Archeologia della città e della laguna.

L'ambiziosa iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa nella sede di Nausicaa (Nucleo Archeologia Umida Subacqueo Italia Centro Alto Adriatico) - alle Fondamente Nuove - da Luigi Fozzati (Soprintendeza Archeologica del Veneto) e dall'ing. Valerio Volpe (Magistrato alle Acque).

"Un progetto che richiede, appunto, 1.440 giorni di lavoro dal momento della consegna dell'isola da parte della Soprintendenza al Magistrato e un investimento di 16 milioni di euro in quanto gli interventi da realizzare sono diversi come la realizzazione dell'impiatito di fito-depurazione, il recupero dei marginamenti dell'isola e del fabbricato"

La spesa non include, tuttavia, i costi dell'allestimento del museo.

Il Lazzaretto Vecchio entro il 2008-2010 si trasformerà in un museo all'avanguardia: "Saranno messi in mostra &emdash; fa sapere Luigi Fozzati - dai 5 mila ai l0 mila reperti che in parte si trovano nei depositi e raccontano la storia delle isole, molte delle quali scomparse". "Il percorso museale illustrerà la storia di Venezia, dalla preistoria al medioevo, da un punto di vista archeologico con particolare riferimento a quello antropico e geo-morfologico". Il museo si svilupperà lungo il pianterreno, non ci saranno barriere architettoniche e "la disposizione dei diversi ambienti sarà a pettine ".

(fonte: Il Gazzettino)  

 

 

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* PALERMO: Il Satiro di Mazara del Vallo è stato nel mirino della Mafia? (7.05.03)

Secondo le rivelazioni di un pentitoun progetto di Cosa nostra prevedeva cinque anni fa il furto del "Satiro danzante" per destinarlo ad un collezionista straniero.

Il piano era stato messo a punto quando la statua si trovava in una stanza del municipio diMazara, immerso in una vasca piena d'acqua.

Era stata scelta una data, ma un imprevisto mandò a monte il colpo: qualche giorno prima, le misure di sorveglianza attorno alla statua vennero rafforzate , poi il bronzo è stato trasferito negli uffici dell'istituto centrale di restauro a Roma.

(fonte: La Repubblica - il Tempo)

 

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LODI (MI) - Rinvenuta una piroga sulla sponda dell'Adda (3.05.2003)

Bisognerà attendere per avere le reazioni in merito alla scoperta di un'antica piroga semisepolta dalla ghiaia dell'Adda.

Nessuno, se non la stampa, ha contattato i tre lodigiani che hanno scoperto durante una passeggiata l'imbarcazione, scavata in un tronco di rovere, della lunghezza di circa dieci di metri.

Già nell'agosto del 1998, ad alcune centinaia di metri di distanza da quella emersa nei giorni scorsi, era stata scoperta un'altra piroga, ma Soprintendenza bloccò per mancanza di fondi ordinò dì ricoprire l'antica imbarcazione.

Oggi si ripresenta il medesimo problema.

Fonte: "Cittadino di Lodi"  

 

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SICILIA: Disponibili le nuove "Carte dei musei regionali siciliani" (1.05.03)

Sono disponibili le nuove ''Carte dei musei regionali siciliani''.

Un' iniziativa delle Soprintendenze finalizzata alla conoscenza, promozione e fruizione dei musei dipendenti dall' Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione. Servono da ''breve guida'' alla visita.

Due i numeri gia' pubblicati.

Il primo riguarda i musei a gestione autonoma, il secondo tratta gli spazi gestiti dalle Soprintendenze ai Beni Culturali ed Ambientali e della casa-natale Luigi Pirandello. Il progetto verra' completato con la trattazione degli antiquaria e delle aree archeologiche in una prossima pubblicazione, grazie anche al contributo della Comunita' Europea (POM servizi per il turismo culturale). Le ''Carte'' sono in vendita al prezzo di 2,50 euro nei musei.

(fonte ANSA)

 

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  CINA : Arqueologos Chinos informan que la construccion de botes en China es datada unos 7.500 años atrás (00.05.03)

People´s Daily Last updated at: (Beijing Time) Thursday, November 21, 2002

Arqueólogos chinos han descubierto una canoa de madera datada en por lo menos 7.500 años atrás, en la ciudad de Xiaoshan, al este de la provincia de Zhejiang. Es el bote más antiguo jamas descubierto en China. "El descubrimiento de un bote tan antiguo es un raro evento en la historia arqueologica del mundo" dijo Jian Leping, un investigador del Instituto Zhejiang de Reliquias Culturales Arqueológicas.

Gran Bretaña descubrió un remo de madera utilizado hace 7.500 años, pero no encontró ningún bote ni sus restos.

La canoa de un palo, de dos metros de largo y 70 cms. de ancho en su parte más ancha, con un puntal de 15 cms., tiene dos estacas o clavijas de madera con forma de  tronco de árbol cortado, a cada lado.

Mao Zhaoxi, profesor del Departamento de Historia de la Universidad de Zhejiang, considera que la canoa es muy valiosa en la investigación de la historia de construccion de canoas usados por humanos en el período Neolítico.

De acuerdo a este historiador, un bote datado en 5.000 años fué excavado a principios de año en la ciudad de Suzhou, al este de la provincia China de Jiangsu . No obstante, la canoa recién hallada confirma que la historia de construccion de canoas en el país se extiende hacia atrás unos 2.000 años.

Una hondonada de cuatro metros de ancho, llenado una vez de cieno por el río, fué también excavada cerca del sitio donde se halló la canoa. En vista del hecho de que varios remos han sido encontrados en la hondonada, los expertos creen que los hombres antiguos construían botes a lo largo del río.

El sitio de la excavación de la canoa, también conocido como las ruinas Kuahuqiao, contienen las reliquias culturales más antiguas neolíticas en Zhejiang. En la década pasada se han descubierto numerosas piezas de preciosa alfarería, cacharros de barro y artículos de jade, datados en 7 a 8.000 años atrás.

(fonte: Carlos J.Mey - Necochea 2432 - (1640) Martinez - Prov. de Bs. Aires - Argentina - Tel.: (5411) 4792-2326 Fax (5411) 4733-6647 - e-mail: meycarlos@fibertel.com.ar - www.histarmar.com.ar )

   

 

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