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NEWS 04-01

Notizie ed avvenimenti di gennaio 2004

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VENEZIA: Parco della Laguna - insediato il primo consiglio di amministrazione - (25.01.2004)

Il sindaco Paolo Costa, ha insediato a Cà Farsetti il consiglio di amministrazione della nuova Istituzione "Parco della Laguna"

Il Consiglio è composto da Patrizia Torricelli (presidente), Francesco Di Cataldo, Giannandrea Mencini, Enrico Penzo e Luigi Vidal.

Il Parco della Laguna, ha come scopo la tutela e valorizzazione socio-economica di una vasta area della Laguna Nord, in previsione della creazione dl un Parco di interesse locale.

Primo passo dell'istituzione sarà la definizione di un piano di utilizzo dei beni di proprietà o in disponibilità del Comune, mentre le comunità locali saranno chiamate alla partecipazione attiva nelle iniziative.

(Fonte: Il Gazzettino)

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  VENEZIA: Il Comitato Danese avrà sede nel convento dell'isola di San Michele (17.01.2004)

San Michele in Isola è il Cimitero di Venezia, ma ha monumenti eccezionali ed una vista di Venezia tra le più belle.

Il Comitato danese per Venezia ha così chiesto al Comune di poter ricavare la sede del proprio Comitato in un'ala del Convento annesso al Cmiitero di San Michele; la giunta ha approvato la loro richiesta visto anche il pieno accordo coi padri francescani che lo conducono.

Il Comitato si è offerto di garantire il restauro di quella parte di convento che gli verrà assegnata, dicendosi disposto a impegnare fino a 3 milioni di euro.

(FONTE: Il Gazzettino).

 

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ROMA: nuovo Codice dei Beni e le Attività Culturali (16.01.2004)

Il Consiglio dei Ministri del 16 gennaio 2004 ha varato il nuovo codice per i Beni Culturali e Paesaggistici, sulla base della delega prevista dall'art.10 della legge n. 137 del 6 luglio 2002.

Secondo il Governo "Con una decisa semplificazione legislativa, il codice fornisce uno strumento unico per difendere e promuovere il tesoro degli italiani, coinvolgendo gli Enti Locali e definendo in maniera irrevocabile i limiti dell'alienazione del demanio pubblico, che escluderà i beni di particolare pregio artistico, storico, archeologico e architettonico."

Fonte: Ministero per i Beni e le Attività culturali

 

 

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NAPOLI: gli scavi per la metropolitana fanno scoprire il porto romano (6.01.2004)

Scavando la stazione per la metropolitana di piazza Municipio, 13 metri sotto il piano di calpestio (10 metri dal livello stradale su Culturalweb) e 3 e mezzo sotto il livello del mare è stata scoperta l'area dell'antico porto romano di Napoli isolato da paratie stagne ed è stata pure definita la relativa linea di costa.

Esistevano tre diverse ipotesi sulla ubicazione di questo porto: secondo alcuni c'era un porto solo, e si trovava tra piazza della Borsa e l'Università. Secondo altri, i bacini erano due: uno in piazza Municipio e l'altro tra via Depretis e via Marittima. La terza ipotesi collocava il porto verso l'attuale Castel dell'Ovo.

In realtà era situato in mezzo alla piazza, a pochi metri dal Maschio Angioino e proprio sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele c'era il punto più basso, punteggiato di pali di legno che nel tempo avevano sorretto più di una banchina.

Proprio in questo punto è stata rinvenuta una imbarcazione da carico di nove metri (dieci su Culturalwev) per due riferibile al II sec. d.C.

Sono state ritrovate anche suole in cuoio di calzari infossate nel fango, monete, «sigillate» corinzie con decorazioni a rilievo di scene bacchiche, bottiglie di vetro tappate con sughero, balsarnari, pentole di terracotta, anfore e coppe di produzione africana.

Recuperati anche attrezzi da marinaio: aghi, cime, piccoli arpioni di legno per la pesca, anelli usati per assicurare le vele al sartiame, ancore in pietra a due fori, e lucerne.

Fu all'inizio del 400 d.C. che il porto cessò di essere utilizzato e nel VII secolo fu coperto da una strada.

Lo scavo è stato complicato da una stratificazione difficile e da nomerose difficoltà ambientali, ma ha dato risultati eccezionali. Ora bisogna recuperare i reperti, che nel frattempo vengono costantemente bagnati per evitare che il loro deterioramento.

La barca sarà immersa in acqua entro una vasca di vetroresina che le verrà costruita attorno.

La stratigrafia, infine, sara lasciata visibile, per quanto possibile all'altezza del piano calpestabile della stazione della Metropolitana.

(FONTE: La Repubblica - Culturalweb.it)

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ROMA: I numeri del nuovo MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) - (Gennaio 2004)

Il nuovo Ministero per i Beni e le Attività Culturali avrà 21.957 dipendenti distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Nell'anno 2004 potrà contare su un bilancio di 2.196.711.078 euro (+ 3,81% rispetto all'esercizio 2003).

Oltre alla sede centrale e alle otto direzioni generali, le strutture periferiche del MiBAC comprendono:

19 Soprintendenze archivistiche, 46 Biblioteche statali, 99 Archivi di stato, l'Archivio centrale dello stato, il Centro foto riproduzione, 35 Sezioni degli archivi di stato, 17 Soprintendenze regionali, 4 Soprintendenze speciali ai poli museali, 2 Soprintendenze archeologiche autonome, 63 Soprintendenze di settore, 4 Istituti e 2 Musei autonomi.

(FONTE: Comunicato stampa Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 23.12.2003)

 

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ROMA: La riforma del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è legge (Gennaio 2004)

Approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo

PREMESSA
Nel luglio 2002 il Parlamento, con la legge n. 137, delegava il Governo ad apportare modifiche o correzioni ai decreti legislativi per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche già emanati ai sensi della legge n. 59 del 1997.

Su questa base il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani, ha presentato il 19 settembre al Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo che riforma l'organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Oggi, a tre mesi esatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il testo dopo il vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni Cultura di Camera e Senato.

COSA CAMBIA
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali verrà strutturato in quattro dipartimenti, da cui dipenderanno le Direzioni Generali, abolendo il Segretariato Generale:

1. Un Dipartimento per la tutela del Bel Paese. Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, "per rafforzare il concetto &emdash; secondo le parole del Ministro Urbani - che la tutela di questi differenti tesori che formano il Bel Paese è un tutt'unico indivisibile. Da questo dipartimento dipenderanno le Direzioni Generali per l'Archeologia, per i Beni Artistici e Storici, per l'Architettura e l'Arte Contemporanea e quella per i Beni Architettonici e il Paesaggio. Quest'ultima direzione sancisce la rinnovata attenzione che il Ministero deve porre alla difesa del paesaggio

2. Un Dipartimento per gli archivi e le biblioteche, da cui dipenderanno la Direzione Generale per gli Archivi e quella per le Biblioteche e gli Istituti culturali. "In questo modo &emdash; afferma il Ministro &emdash; la conservazione, la trasmissione e la diffusione del sapere e delle testimonianze scritte del nostro passato avranno l'attenzione che meritano".

3. Dipartimento per lo Spettacolo e lo Sport, da cui dipenderanno le Direzioni Generali per lo Spettacolo dal Vivo e per il Cinema. In questo modo da una parte si formalizza una maggiore attenzione al settore musicale, dall' altra parte vengono istituzionalizzate le competenze del Ministero in materia di vigilanza sullo sport. Come afferma il Ministro Urbani "Per uno sport più corretto (compiti di vigilanza) e veramente per tutti (diffusione della pratica sportiva)";

4. Un Dipartimento per una gestione più moderna. Dipartimento per la Ricerca e Innovazione. "Questo &emdash; ha commentato il Ministro - è il cuore della riforma. Tale dipartimento, che verrà suddiviso in Risorse Umane e Formazione, Innovazione Tecnologica e Promozione, è la chiave di volta per modernizzare un'amministrazione di grande tradizione e qualità specialistica, che però deve essere sempre più efficiente e sempre più attenta ai bisogni dei cittadini. A questo dipartimento faranno capo anche gli istituti centrali che si occupano della ricerca (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Istituto Centrale per il Restauro, Opificio delle Pietre Dure, Istituto per la Patologia del Libro) per coordinare ed ottimizzare le grandi eccellenze che l'Italia ha raggiunto in questi settori e per metterle al servizio del sistema Paese. All'interno di questo dipartimento - ha ricordato il Ministro - verrà creato un Ufficio Servizi che avrà il compito di stimolare anche tutti gli aspetti della promozione dei nostri beni culturali, del rapporto con il pubblico e del miglioramento dei servizi di accoglienza museale, in una parola dalla promozione al merchandising. Infine &emdash; ha aggiunto il Ministro &emdash; la Direzione Risorse Umane darà grande impulso alle politiche di formazione del personale, finora piuttosto trascurate anche perché attualmente la gestione del personale è frammentata fra le varie direzioni".

Altri punti qualificanti della riforma sono:

A. Le nuove figure dei Soprintendenti Regionali, a cui finalmente sono conferiti effettivi poteri di coordinamento e gestione, superando così la situazione di incertezza sulle loro funzioni generata dalla precedente riforma.

B. Grande attenzione, in un'ottica liberale dei rapporti tra lo Stato e gli individui, è stata posta nei rapporti fra l'amministrazione e i cittadini. Verranno gradualmente istituiti degli uffici provinciali che consentiranno la presenza di almeno uno sportello dei Beni Culturali in ogni provincia, in modo da agevolare i cittadini.

C. A maggiore garanzia per i cittadini, e per la garanzia di una tutela che sia frutto di competenze specialistiche diverse, la competenza regolativa sui vincoli viene affidata ad organi collegiali, composti dai diversi Soprintendenti competenti nel territorio.

Il conferimento dei nuovi incarichi sarà effettuato dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale.

"Sono particolarmente orgoglioso &emdash; ha dichiarato il Ministro Urbani - perché con questa riforma si introduce un vero e proprio motore di ricerca per il futuro, che sarà in grado di modernizzare tutto il settore dei Beni Culturali. Inoltre la riforma è stata pensata per rafforzare la presenza sul territorio della nostra Amministrazione, sia per rispondere alle sempre maggiori sfide imposte da una moderna visione della tutela, sia per rendere più efficiente e trasparente il rapporto fra cittadino e Soprintendenze".

(FONTE: Comunicato stampa Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 23.12.2003)

 

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WOERDEN (NL): rinvenuta una nave romana (gennaio 2304)

Un gruppo di archeologi olandesi ha annunciato di avere scoperto un'antica nave da carico romana a remi: un ritrovamento unico che fornisce un'indicazione importante su come gli antichi romani difendevano le frontiere del proprio impero nel nord del'Europa.

L'imbarcazione - lunga circa 30 metri e risalente a 100 anni prima di Cristo - si trovava sotterrata nella città olandese di Woerden, dove era l'insediamento militare romano sulle rive del Reno di Castellum Laurium.

Secondo gli esperti, la nave dalla chiglia piatta impiegava almeno 12 rematori.

I remi avrebbero permesso ai rumani di navigare controcorrente fino alla regione tedesca di Eiffel, da dove arrivavano i massi per costruire i forti lungo le frontiere dell'impero.

"E' la prima volta che abbiamo una prova che queste chiatte potevano risalire la corrente", ha detto uno degli studiosi.

Finora gli archeologi ritenevano che i romani navigassero a vela seguendo la corrente con le loro navi da carico dalla chiglia piatta, simili alle odierne chiatte.

(Fonte: Veneto Archeologico)

 

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Newport (GB): rinvenuta una nave da carico del XV secolo (gennaio 2304) - contributo di Raffaella Gerola

Newport, posta nel Galles meridionale, nel punto in cui l'Usk si getta nell'estuario del Severn, è in una zona ricca di vestigia archeologiche.

I primi insediamenti di pescatori risalgono all'età del bronzo; i forti sulle colline antistanti furono costruiti dalla popolazione celtica dei Siluri; i Romani, infine, edificarono Novus Burgus (l'antica Newport) pochi chilometri a valle della città fortificata di Isca Silurum lungo la Julia Strata, che andava in direzione Est-Ovest e attraversa il fiume Usk a un centinaio di metri dal castello, costruito nel XII secolo dai Normanni, che oggi si trova al centro della cittadina.

Nell'estate del 2002, gli scavi per la costruzione del nuovo Art Centre sulle rive del fiume hanno portato alla luce i resti di uno scafo molto ben conservato.

Le autorità, intimorite dai problemi burocratici e logistico-finanziari che un ritrovamento del genere comporta, hanno tentato di ricoprire velocemente ma con cura i resti "per lasciame lo studio alle generazioni future", ma il putiferio scatenato dalla notizia - opposizione dell'opinione pubblica, gruppi di protesta che sotto la sigla SOS - Save Our Ship hanno presidiato 24 ore su 24 lo scavo, fondazione di una associazione, la Friends of the Newport Ship - fa sì che nel giro di sei mesi la nave venga portata quasi completamente alla luce.

Prua e poppa sono purtroppo esterne allo scavo delle fondamenta dell'Art Centre ma si spera possano essere recuperate a loro volta.

Le prime analisi, confermate dagli studi successivi, hanno evidenziato che si tratta di una nave da carico costruita attorno al 1465, lunga circa 25 metri e larga 8.

La scoperta è entusiasmante: è l'unico esemplare esistente di vascello mercantile del tardo medioevo nel Nord Europa.

Il ritrovamento colma un vuoto di quasi un millennio nella tecnica delle costruzioni navali, rappresenta l'anello di congiunzione tra le precedenti lunghe navi vichinghe e le successive caravelle e fa luce sulle rotte commerciali dall'epoca dei Vichinghi fino al XVII secolo.

Salpata forse con un carico di panni di lana provenienti dalle isole britanniche, questa nave tornava probabilmente carica di spezie e vini preziosi dalla penisola iberica: sul relitto gli archeologi hanno trovato monete ispaniche del XV secolo, ceramica portoghese e blocchi di sughero; oggetti d'uso comune, come pezzi di cime, resti di saggina, una calzatura di cuoio, resti di oggetti in pelle, un pettine, abiti di lana; ma anche palle di cannone e quel che resta dell'armamento (alberi, pennoni, vele, cordami).

La nave fu costruita posando dapprima corsi di fasciame sovrapposti (la parte esterna dello scafo), quindi inserendo le costole.

La datazione dendrocronologica ha evidenziato che parte del legname (il fasciame) fu ricavata da una quercia abbattuta tra il settembre 1465 e l'aprile 1466, mentre il legname della struttura su cui fu posata poco prima di affondare è del 1467, e indica la data post quem con molta precisione, visto che i maestri d'ascia medievali di solito usavano legno non stagionato.

Il relitto guarda a nord, controcorrente rispetto al fiume, sulla riva occidentale di fianco al castello, dove era situato il porto.

Il lato sinistro fu in parte distrutto a colpi d'ascia e l'interno parzialmente smantellato, probabilmente nel XVI secolo.

Il lato a dritta, crollato all'esterno, si è mantenuto quasi intatto.

Dopo aver ritrovato due pompe per io svuotamento della sentina accanto alla scassa dell'albero (il punto in cui questo è fissato alla chiglia), gli archeologi hanno trovato altre due pompe, a prua e a poppa, forse installate perché la nave imbarcava acqua.

Una frattura in corrispondenza della scassa avvalora l'ipotesi che il vascello fosse rimasto vittima di una tempesta che lo costrinse a riparare in porto. Ulteriori analisi suggeriscono che il vascello avesse bisogno di riparazioni già prima di questa tempesta: la chiglia era già stata sostituita qualche mese prima e il resto dello scafo era in condizioni precarie.

L'ultima sorpresa è toccata agli archeologi al lavoro sul supporto su cui poggiava la nave: nel fango sono stati scoperti alcuni scheletri!

Lo scavo è stato completato alla fine del 2002 e tutti i ritrovamenti sono in laboratorio per il restauro.

Ora la battaglia è sulla destinazione finale della nave, che dovrebbe essere esposta in uno spazio apposito dell'Art Centre: come al solito, vi sono polemiche sulle dimensioni di questo spazio, ovviamente progettato prima di conoscere le misure dello scafo e quindi troppo piccolo.

Il programma di ricerca impegnerà parecchi esperti per diversi anni e includerà lo studio della struttura dello scafo, lo studio della velatura e lo studio dendrocronologico.

Per maggiori informazioni: http://www.thenewportship.com

(Fonte: Veneto Archeologico)

  

 

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