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Un naufragio dwescubierto en australia puede ser anterior al descubrimiento de Cook (28.11.02). inviato da Carlos J.Mey - Fundación Albenga

Otros europeos desembarcaron el la costa Este antes?

Arqueólogos Australianos informan que un naufragio recientemente descubierto podría probar que el explorador Británico, Capitan James Cook, no fué el primer Europeo en descubrir la costa Este de Australia.

El grupo de arqueólogos encontró en Fraser Island, en la costa este del estado de Queensland, un pecio de 30 metros de largo. El Jefe del grupo, Greg Jeffreys, dice que cuatro cañones del buque sugieren que el buque, - del Siglo XVII, predatando la fecha de arribo del Capitan Cook que arribo a Australia en 1770 - era Europeo, pero no inglés.

Se están enviando fotografías de los cañones a expertos internacionales para verificar su edad. "Los cañones definitivamente no son ingleses. Sabemos el estilo de la mayoría de los cañones ingleses, por lo que estamos quizás viendo un barco europeo, probablemente de 1650 o cerca de esa era", dijo Jeffreys a una radio Australiana.

Informó que a medida que el buque sea excavado, se podrán recuperar otros items que pueden probar más evidencia de su origen.

Se ha discutido por mucho tiempo que Cook no fué el primer europeo en desembarcar en la costa Este de Australia. Los exploradores Españoles, Portugueses y Holandeses hicieron cartas de la mayoría de la costa Norte y Oeste de Australia en los siglos 16 y 17.

Sitio del pecio

Pero la mayoría de los mapas exploratorios de Portugal, guardados como secreto de estado, fueron destruídos por un terremoto en 1755. "No es del todo imposible que fueran buques portugueses de los cuales no tenemos noticias", dijo a la agencia AFP Marion Diamond, historiador de la Universidad de Queensland. "No me sorprendería que esta novedad sea algo importante".

El barco del Capitan Cook, el Endeavour, zarpó de Plymouth en 1768 y navegó a través del Cabo de Hornos al Pacífico hasta que llegó a Tahiti. Luego navegó hacia la isla Norte de Nueva Zelandia y la costa Este de Australia, descubriendo Botany Bay, que es ahora Sydney.

Carlos J.Mey - Fundación Albenga

E-mail: meycarlos@fibertel.com.ar; carlosmey@fundacionalbenga.org.ar ; www.fundacionalbenga.org.ar  

 

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  ROMA: il libreria tre volumi per il nuovo Sistema Giuridico dei Beni Culturali (28.11.2002)

Tre volumi per riportare e commentare il Testo Unico, le Norme non abrogate e l' Organizzazione del Ministero.

Tutta la normativa vigente in materia e' raccolta nel "Nuovo sistema giuridico dei beni culturali", che si completa con l'uscita del terzo volume, a cura dell'Associazione Bianchi Bandinelli e dell'editore Graffiti. Il primo volume e' dedicato al Testo Unico, ampiamente commentato; il secondo raccoglie le norme che, pur essendo entrate in vigore prima del testo Unico, non sono state riprese ma neppure abrogate; il terzo riguarda l'ordinamento del nuovo ministero per i Beni e le attivita' culturali.

Il Testo Unico prevede una revisione entro tre anni e la disciplina sui compiti degli enti locali dovra' probabilmente essere modificata tenendo conto di quanto è cambiato nella maggioranza al governo, della devolution in materia di beni culturali e delle nuove competenze da attribuire a Regioni ed enti locali nell'ambito di una nuova legge.

Va tenuto anche conto il governo ha chiesto e ottenuto dal Parlamento una delega tanto per procedere a un'ulteriore riforma del ministero quanto per codificare l'intera normativa in materia di tutela.

 

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ROMA: un convegno e due mostre su Amerigo Vespucci (27.11.2002)

Nel quinto centenario del suo viaggio sono dedicati al navigatore fiorentino Amerigo Vespucci un convegno internazionale e due mostre.

Il convegno si pone come obiettivo di ''restituire verita' alle tante versioni che si sono succedute sul personaggio e sui viaggi di Vespucci, che e' stato per alcuni un impostore e un ignorante, per altri un grande uomo di cultura e un grande scopritore.

Le celebrazioni prevedono due mostre, una prima alla Biblioteca Nazionale di Roma, dal titolo "Mondus Novus" e una seconda allestita contemporaneamente a Roma e a Firenze, "Amerigo Vespucci. Un mercante fiorentino che invento' l'America".

La prima ripercorre le prime dodici edizioni del "Mondus Novus" che nel giro di un paio d'anni si diffusero in tutta Europa; la seconda, di taglio didattico con lo scopo di far conoscere la figura e i viaggi di Amerigo Vespucci, è stata concepita come una mostra-poster sara' distribuita in centocinquanta copie nelle scuole e negli istituti di cultura italiana all'estero

 

 

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VENEZIA: studiando le vedute del Canaletto si vede che dal 1700 la città si è abbassata di 61 cm (19.11.2002)

Secondo lo studio dei due esperti del Cnr-Ictima, il livello delle acque a Venezia si è alzato rispetto quanto appare nei quadri del Canaletto (1697-1765) e di suo nipote Bernardo Bellotto (1722-1780). In totale sono state prese in considerazione undici opere d'arte del Settecento

Ecco il dettaglio: Punta della Dogana +61 cm; Fontego dei Tedeschi +60; Palazzo Balbi +59; Palazzo Ca' Grande +62; Palazzo Emo - Cannaregio +63; Palazzo Giustinian-Lolin +58; Palazzo Grimani +58; Chiesa di S. Stae +69; S. Giovanni e Paolo +69; Palazzo Flangini + 62; Chiesa di S.Sofia +65.

Il confronto della linea scura sulle rive formata dalle alghe che segna il livello raggiuito dall'acqua ha evidenziato differenze molto evidenti con la situazione attuale in quanto ci sono almeno 11 quadri dei due vedutisti che la evidenziano nettamente, su palazzi rimasti pressoché inalterati fino ai giorni nostri.

A permettere il raffronto è la tecnica «fotografica» adottata dai due pittori. Utilizzavano infatti per le vedute una camera oscura. La luce penetrava attraverso una lente e veniva proiettata su una superficie di vetro dove l'immagine veniva ricalcàta sulla carta o sulla tela. Una trasposizione quasi perfetta della realtà.

La media è più 69 centimetri ma sono state operate delle correzioni. Cinque centimetri sono stati tolti perché sono quelli che alzano il livello in seguito al moto ondoso delle imbarcazioni a motore, rispetto a quelle a remi dei tempi del Canaletto. Altri 3 sono stati tolti perché dovuti all'amplificazione dell'onda di marea in laguna per effetti dinamici, cioè causati dal diverso ingresso e uscita dell'acqua dalle bocche di porto, modificate rispetto al Settecento, ma che non sono uno spostamento del livello del mare.

Fatte le sottrazioni restano 61 centimetri con una incertezza statistica di più o meno 12 centimetri».

 

 

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VENEZIA: inaugurata la sede veneziana dell'UNESCO (18.11.2002)

Alla presenza del Direttore Generale dell'Unesco Koichiro Matssura è stata inaugurata a Palazzo Zorzi la sede veneziana dell'Unesco.

La sede, già completata aveva ospitato nel luglio del 2002 la conclusione del corso di metodologia e tecnica in archeologia navale organizzato dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Venezia con il coordinamento delle Dipartimento di Scienze dell'antichità e del Vicino Oriente

 

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SANNICANDRO GARGANICO (FG): trovato il luogo di partenza dei cavalieri per la IX crociata (15.11.2002b)

L'area del Gargano tra il lago di Lesina e quello di Varano sembra sia stato il luogo di partenza e di approdo dei cavalieri che parteciparono, tra il 1200 ed il 1300, alla nona crociata in Terra Santa:

Ciò emergerebbe da alcuni graffiti trovati da una équipe di archeologi della sovrintendenza dei beni culturali di Foggia nella chiesa romanica di Santa Maria di Monte D'Evio sorta nel 1100 che raffigurano tre quadrati concentrici con una croce al centro e che che rappresenterebbero la Triplice cinta sacra". Presso la chiesa di Santa Maria di Monte D'Evio l'équipe di ricercatori ha trovato altri graffiti e affreschi che rappresentano i cavalieri della nona crociata e sulla parete sinistra della chiesa graffiti che raffigurano l'arrivo e la partenza dei crociati diretti in Terra Santa che avevano scelto come simbolo, per riconoscersi tra di loro, proprio la Triplice cinta Sacra.

Interpretando quei graffiti, la zona tra il lago di Lesina e quello di Varano è stata interpretata come la testa di ponte dei cavalieri della nona crociata diretti in Terra Santa".

 

 

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VENEZIA: Presentati due volumi sul ritrovamento della galea di S.M. in Bocca Lama (15.11.2002a)

Sono stati presentati al Museo Correr i due libri: "La galea ritrovata" e "L'isola dei morti", editi dal Consorzio Venezia Nuova.

Il primo si avvale del contributo di numerosi studiosi e riporta ricerche e approfondimenti legati alla scoperta, avvenuta nell'isola sommersa di San Marco in Boccalama, di una galea trecentesca e di una rascona, imbarcazione da trasporto lagunare e fluviale e di come, nell'estate 2001 l'isola siano state riportata alla luce prosciugando l'acqua dell'intera aerea.

La scoperta era avvenuta nel corso di una campagna di rilievi per l'aggiornamento della carta archeologica informatizzata della laguna di Venezia.

Il secondo libro, opera di Valerio Massimo Manfredi, topografo del mondo antico, docente di archeologia classica all'Universita' Bocconi di Milano è dedicato all'inquietante realta' dell'isola sprofondata, che fu usata come luogo di sepoltura delle vittime della pestilenza del 1348.

Manfredi prende le mosse dalla scoperta archeologica e costruisce un'avventura fatta di intrighi e culminante in una autentica caccia al tesoro tra le calli di Venezia e i canali della laguna.

 

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BAIA (NA): Baia, il parco marino sarà raddoppiato (11.11.2002b)

Baia, il parco marino sarà raddoppiato e si estenderà fino a Lucrino (Pozzuoli) per proteggere il Portus Julius con i mosaici, le colonne bianche dei templi e l'intero complesso urbano dell'antico Portus Julius che, da secoli si nasconde nello specchio di mare tra Lucrino ed Arco Felice

Lo ha deciso la Provincia che ha approvato jl piano di gestione integrata dei porti.

L'area, a suo tempo, non è stata inserita nel perimetro del parco archeologico marino di Baia, anche se in un primo disegno di delimitazione era tra le zone protette. Oggi con un emendamento al piano dei porti, presentato dalla Provincia si è corsi ai ripari.

In questo emendamento si prevede non solo il divieto d'accesso alle barche, ma anche del posizionamento di quelle strutture mobili che costituivano degli attracchi galleggianti e stagionali in modo da permettere agli scafi di fermarsi al largo.

Si prevede anche la sistemazione della spiaggia da Lucrino ad Arco Felice e la delimitazione dello specchio d'acqua.

 

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ROMA: Allarme per i ponti degli acquedotti romani (6.11.2002b)

Un allarme per gli acquedoti romani di Ponte Lupo e Ponte Della Mola: opere stupende, ma pressochè sconosciute e in pericolo. Il primo si analza nella valle del Fosso dell'acqua Rossa, tra San Vittorino e Gallicano, nel Lazio a 7,5 chilometri a sud di Tivoli.

Lungo 115 metri, alto più di 27 appare come una porta fortificata. Trasportava l'acqua "Marcia" a Roma con una portata di 194 mila 365 metri cubi al giorno.

Ancora più lungo il vicino ponte della Mola che supera i 155 metri ed è alto, sul pelo dell'acqua 24,5 metri. Su un doppio ordine di 29 arcate trasportava l'acqua dell'Anio Vetus con una portata di 2111 litri/secondo.

Questi sono due tratti appartenenti a due degli undici acquedotti che in un arco di tempo di 500 anni sono stati realizzati per portare l'acqua a Roma. Oggi stanno andando lentamente in degrado.

A questo proposito va ricordato che Storace (Presidente della Regione Lazio) da Bruxelles, aveva lanciato, in ottobre, in occasione dei lavori del Comitato delle regioni d'Europa il Progetto: "La civiltà degli acquedotti". Un progetto che coinvolgerà decine di regioni italiane, europee (comprese quelle nuove derivanti dall'allargamento) e dell'intero bacino del Mediterraneo.

 

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ALESSANDRIA D'EGITTO: ritrovati dei resti di un ufficiale britannico sull'isola di nelson (6.11.2002a)

Un ufficiale con tanto di parrucca e forse occhiali è stato sepolto agli inizi dell' 800 nell'Isola di Nelson, situata di fronta ad Alessandria d'Egitto, nella baia di Abuqir.

E' quanto è emerso durante gli scavi per portare alla luce i resti dei marinai che avevano combattuto nella celebre battaglia navale del 1798 tra la flotta inglese comandata da Nelson e quella francese di Napoleone.

Il corpo era racchiuso in un sarcofago di legno con le iniziali in ferro, la data del 1801 e la scritta "aged 34" (34 anni di età). All'interno, con il teschio e lo scheletro, parti della divisa con i bottoni dorati ed altro materiale in via di esame.

 

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VENEZIA: il sottomarino Enrico Dandolo diviene parte del Museo dell'Arsenale (5.11.2002)

All'interno dell'Arsenale è stato presentato in anteprima il sommergibile "Enrico Dandolo" dopo il recente intervento di musealizzazione che ne permetterà la visita al pubblico. Venezia, così, sarà la prima città italiana e del Mediterraneo a vantare un sommergibile-museo, in questo caso un vero e proprio pezzo di storia della Marina militare del dopoguerra, posizionato a secco sul suggestivo scalo numero 2 in pietra d'Istria.

Negli ultimi nove mesi il sommergibile della classe Toti è stato pienamente recuperato nel rispetto della sua essenza e storicità.

Chi salirà a bordo dalla scaletta laterale si troverà di fronte il sommergibile originale e potrà capire la vita vissuta dagli equipaggi; aiutato inoltre dalla riproduzione dei tipici rumori di fondo. Un esempio museale arricchito dall' allestimento di una sala con pannelli e filmati sulla storia della Marina italiana proprio sotto il sommergibile.

Il "Dandolo" aveva un'enorme concentrazione di potenza a bordo, con otto siluri filoguidati; al tempo stesso era molto silenzioso. E' stato il primo sottomarino costruito in Italia nel dopoguerra. Varato a Monfalcone il 16 dicembre 1967 con il "Toti", il "Bagnolini" e il "Mocenigo' ha fatto parte dei quattro ssk (submarine-submarine killer) per la scoperta, l'identificazione e la distruzione di bersagli subacquei nemici pericolosi. Lungo circa 46 metri, largo quasi 5 e profondo più di 4, pesa scarico 524 tonnellate e raggiungeva una velocità dl 15 nodi. Nel 1999 i sommergibili della "classe Toti" sono stati radiati dal servizio attivo.

   

 

 

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* SANTO DOMINGO: un parco archeologico subacqueo (novembre 2002) - Da Aqva

È nata la prima riserva archeologica sottomarina della Repubblica Dominicana, unica nel suo genere in tutti i Caraibi.

La riserva si trova di fronte alla costa di Bayahibe, proprio davanti ai resort e ai complessi alberghieri, ed è oggi una importante realtà archeologica grazie agli sforzi congiunti dell'Ufficio Nazionale del Patrimonio Culturale Subacqueo Dominicano, dell'Università dell'Indiana e dell'Associazione Alberghiera Romana- Bayahibe.

Primo passo è stato quello di ricostruire uno dei due galeoni naufragati proprio su queste coste, il Guadalupe e il Tolosam, utilizzando resti e oggetti recuperati in mare, non sempre appartenenti alle due navi.

La riserva, che è stata chiamata Guadalupe, si trova soltanto a 5 metri di profondità ed è dunque accessibile anche a chi pratica snorkeling.

 

 

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